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In the Heart of the Sea, film sulla cupidigia e l’autodistruzione

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Film straordinario del 2015 di Ron Howard che occasionalmente passa in TV o in qualche cinema d’essai. Racconta la storia vera che ispiro’ Hermann Melville nel suo capolavoro Moby Dick. Ennesimo film sul tema, ma unico.

Vale la pena vederlo perchè è un’affascinante e terribile avventura nell’economia dei tempi passati. Al centro, il Massachusetts e il porto di Nantuket con la più sviluppata industria baleniera del mondo dei primi dell’Ottocento.

La caccia alla balena da’ profitti immensi da sfruttare senza regole con i balenieri che arrivano dalle più inconfessabili esperienze di vita. Il Sacro Gral è l’olio che si ricava dalla bollitura del grasso di balena. L’olio è la linfa vitale dei sistemi di illuminazione pubblica che si stavano costruendo in USA e in Europa. Il settore è organizzatissimo e fortemente concentrato: non manca proprio nulla.

L’olio più pregiato (lo spermaceto) è quello che si trova in un posto recondito della carcassa del cranio di balena ove pochi disgraziati si avventurano per l’aria tossica e mefitica che si forma. Dall’estrazione si passa poi alle assicurazioni e a una borsa merci ove quotidianamente si quotano le quantità. Queste sono misurate in barili e da una balena se ne ricavano 30/40 e per una baleniera il carico conquistato non dovrebbe scendere sotto i 2000 barili per essere remunerativo.

Tutto questo lo apprendiamo nella narrazione del film e serve da contesto per il racconto delle vicende drammatiche. Due ufficiali armano una baleniera e partono come altre volte. La caccia forsennata ha, tuttavia, spinto le balene lontano molto lontano dai mari conosciuti dell’Oceano Atlantico. I branchi di balena si sono rifugiati per sfuggire alla crudeltà umana nel Pacifico su verso Nord. La baleniera è costretta a circumnavigare il Sud America e risalire verso l’Equador, ove immense sono le possibilità di cacciarle. Il dramma si consuma in queste acque allorchè una balena bianca affonda prima le scialuppe e poi la baleniera Essex in un terribile naufragio. Il seguito del film è il tentativo di tornare a terra a ogni costo.

Moby Dick nell’immaginario del grande scrittore americano ha innumerevoli significati. Ora il film ne svela un altro molto tragico. La cupidigia umana irrispettosa dei limiti della natura e del suo sfruttamento apparentemente infinito. La balena Bianca, il mostro degli abissi non è altro che l’uomo con i suoi reconditi e insaziabili appetiti. L’uomo che diventa maledizione di se stesso. A parte il finale del film che ovviamente non svelo, l’industria baleneria finirà di lì a poco perché si stava scoprendo un altro affascinante elemento del mare e della terra che avrebbe cambiato il corso della storia: il petrolio. E di li’ potremmo scrivere tutte le storie di cupidigia e di eccessi della nostra era. Dalle balene alla finanza ci sono molti più nessi di quanto possiamo immaginare. Dalla corporazione degli armatori del primo Ottocento agli squali di Wall Street il passo e’ breve.

Una grande lezione di storia economica da consigliare ai profeti del libero mercato.

VOTO: 4/5

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