“Credo che siamo solo all’inizio della tokenizzazione di tutti gli asset, dagli immobili alle azioni alle obbligazioni.” Con questa frase, pronunciata quasi come una profezia, Larry Fink , CEO del più grande gestore di patrimoni al mondo, dei più importanti asset manager, principale fornitori di servizi di gestione degli investimenti globali, BlackRock, ha sintetizzato una delle trasformazioni più profonde e sottovalutate del sistema finanziario globale.
Larry Fink sul Social XPer comprendere la portata di queste parole, bisogna spingersi oltre il linguaggio tecnico e leggere il messaggio politico, strategico e culturale che le accompagna. Fink non parla soltanto di innovazione tecnologica, ma di una nuova forma di sovranità economica. La tokenizzazione, nella sua visione, è il punto di arrivo di un processo in cui il valore diventa digitale, liquido, frazionabile e tracciabile. Ogni bene reale, un edificio, un titolo di Stato, una quota societaria può essere convertito in un insieme di “token”, rappresentazioni digitali della proprietà registrate su blockchain.Questo meccanismo ha conseguenze dirompenti: democratizza l’accesso agli investimenti, riduce i costi di intermediazione, accelera i flussi di capitale e abbatte le barriere tra mercati nazionali. Ma, al tempo stesso, riconcentra il potere nelle mani di chi possiede e gestisce le infrastrutture digitali che rendono possibile questa circolazione di valore.È in questa dinamica che Fink individua la nuova “frontiera” della finanza globale. Dopo la moneta, i derivati, gli ETF e la finanza algoritmica, ora il controllo non sarà più solo sui capitali, ma sull’architettura stessa della loro rappresentazione.La tokenizzazione, nella prospettiva geopolitica, ridefinisce il concetto di sovranità. Le banche centrali, già impegnate nello sviluppo delle valute digitali di Stato (CBDC), vedono emergere un ecosistema parallelo, spesso più rapido e più attrattivo. I fondi sovrani e le grandi istituzioni finanziarie competono per presidiare le piattaforme, i protocolli e i registri che diventeranno i “porti franchi” del valore globale.In questa corsa, BlackRock gioca d’anticipo: non come semplice gestore di fondi, ma come architetto di un’infrastruttura che unisce finanza tradizionale, intelligenza artificiale e blockchain.Il messaggio di Fink è quindi doppio. Da un lato, la promessa di una finanza più inclusiva e trasparente; dall’altro, l’avvertimento che il dominio non sarà più solo sulla moneta, ma sull’informazione che la rappresenta. La tokenizzazione è il linguaggio con cui il capitalismo del XXI secolo riscrive se stesso: trasformando ogni cosa in dato, ogni proprietà in codice, ogni valore in flusso digitale.E in quel flusso, silenzioso, invisibile e globale, si gioca già oggi la nuova geografia del potere economico mondiale.