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SALUTE UMANA, BIODIVERSITÀ VEGETALE E RESILIENZA URBANA

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Sappiamo bene quanto gli ecosistemi naturali sono preziosi per il ruolo cruciale nella regolazione delle malattie e sul nostro benessere. Anche gli ecosistemi urbani in buono stato di salute limitano l’esposizione e l’impatto di agenti patogeni, attraverso un “effetto tampone”, limitando così anche eventuali possibilità di una loro propagazione dalla fauna selvatica alle persone. Se, invece, la biodiversità, non solo animale, è sottoposta a pressioni che ne riducono lo stato di salute e la funzionalità, il servizio ecosistemico di controllo e regolazione delle malattie è compromesso ed è più probabile che emergano agenti patogeni. Epstein, ecologo dei patogeni animali, sostiene che «non sono loro a cercarci, semmai siamo noi a cercare loro».

E sicuramente la distruzione del paesaggio con la conseguente perdita di biodiversità negli ecosistemi potrebbe aver creato le condizioni che hanno favorito l’insorgenza della pandemia.

Sostanzialmente il coronavirus ha sfruttato e sta tuttora sfruttando i canali di vulnerabilità che noi stessi abbiamo creato e questa pandemia è la quintessenza dell’epidemia di una società globalizzata e, come ricordato da David Quammen in unintervista al New York Times, “Il Covid-19 è parte di un modello di scelte che noi umani stiamo facendo”.

Se ci focalizziamo sull’ambito urbano, dove già vive più della metà della popolazione mondiale, occorre sottolineare il ruolo che gli spazi verdi, e più in generale, le infrastrutture verdi, svolgono a favore della salute umana. È auspicabile cambiare l’approccio e la prospettiva alla malattia, non guardando “cosa ci fa ammalare” ma “cosa ci fa stare bene”, adottando quindi un approccio preventivo che risulta più efficiente rispetto alla gestione delle conseguenze delle patologie.

Tuttavia, la relazione tra spazi verdi e salute è complessa e multidimensionale. Gli spazi verdi possono avere un impatto sulla salute e il benessere delle persone attraverso molti percorsi diversi. Esistono, però, alcuni meccanismi principali, confermati dalle ricerche, mediante i quali lo spazio verde influenza positivamente la salute e il benessere:

1. forniscono protezione diretta dalle esposizioni ambientali (es. isola di calore urbana)

2. promuovono il ripristino, il rilassamento e la riduzione dello stress

3. promuovono l’attività fisica

4. promuovono l’interazione sociale e coesione

Per massimizzare l’efficacia di questi meccanismi, come riportato nella Strategia Nazionale del Verde Urbano, la risposta non è creare semplici “aree verdi”, ma una rete strutturale e funzionale di sistemi naturali e seminaturali capaci con i propri “servizi” di migliorare la qualità della vita anche in termini sociali ed economici. Si tratta quindi di sistemi di aree verdi essenziali per migliorare la resilienza degli habitat, l’efficienza ecologica, la piena funzionalità degli ecosistemi, la connettività ecologica e, nel contempo, la percezione estetico-percettiva legata alla presenza di sistemi naturali e di soluzione basati sulla natura.

Ne consegue che abbiamo bisogno di progetti migliori per le nostre città, progetti che prevedano non solo l’ampliamento delle aree verdi, ma anche che esse siano progettate e realizzate in modo da massimizzarne gli effetti sulla salute.

In definitiva, che si tratti dei nostri trasporti, delle nostre fonti di energia o delle nostre opzioni abitative, è urgente considerare tutti i fattori urbani che influiscono sul nostro benessere. In questo modo, i progettisti e i pianificatori urbani sarebbero di fatto professionisti della salute, con la conseguente responsabilità di proteggere la salute umana e planetaria.

In questo contesto il ruolo delle piante, e degli alberi in particolare, appare fondamentale. Ogni volta che una città riesce, con un progetto, ad aumentare la quantità di verde e lo si fa in maniera razionale ed equa, è come se si curasse i propri abitanti con un farmaco naturale: la natura.

Qualcuno potrebbe pensare che per realizzare una “città verde” siano necessari molti investimenti senza che questi riescano ad avere un ritorno economico. Questo non è vero, poiché confrontando i costi e i benefici degli interventi verdi ci si rende conto che i benefici sono in larga parte maggiori. Avere città più verdi sul lungo termine significa anche essere materialmente più ricchi a livello di comunità e talvolta anche di singolo. A questo proposito, aiuta utilizzare il concetto di “Arbonomia”, introdotto nel 2004 dal Ministro delle Salute messicano Julio Frenk, che delinea la relazione tra salute ed economia, affermando che sono inestricabilmente legate e che ogni investimento sulla salute è un investimento nell’ economia (1:9).

Il cambiamento è sempre difficile, ma dobbiamo vedere il quadro più ampio e assicurarci che la transizione vada per il meglio e che qualsiasi politica implementata si concentri sul miglioramento dei nostri stili di vita proteggendo l’ambiente di cui godiamo e da cui dipendiamo.

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