In prossimità del Salone dei pagamenti del 29-31 ottobre prossimo, pubblico questa breve riflessione sulle varie modalità dei pagamenti, attuali ed emergenti, frutto di una ricostruzione da varie fonti.
L’industria dei pagamenti occupa il maggior peso nei processi di digitalizzazione del nostro vivere economico, assorbendo l’interesse tanto delle istituzioni pubbliche nazionali e sovranazionali quanto degli operatori e dei mercati. L’innovazione riguarda sia la moneta nelle sue nuove manifestazioni (cripto, stable coin, token, CBDC), sia gli strumenti e le modalità di pagamento (come si può e si potrà pagare), sia le infrastrutture e i nuovi intermediari che, sotto diverse vesti, (PISP, piattaforme, circuiti, software house, servicer) prendono parte alle procedure di pagamento.
C’è materia per scrivere trattati di natura economica, tecnologica, politica e financo sociologica, stante la pervasività del pagamento in tutte le nostre attività.
Qui traccio un breve quadro delle modalità più diffuse, molte delle quali si vanno sviluppando tanto velocemente da acuire il tema della comprensione delle differenze tra i loro caratteri e dei loro reali vantaggi nella ottimizzazione (tempi, costi, sicurezza) dei flussi di incasso e pagamento. Ne viene fuori un insieme articolato e complesso nel quale non è facile orientarsi.
Le modalità di pagamento possono essere suddivise in tre principali categorie operative: retail (pagamenti al dettaglio), corporate (pagamenti tra imprese) e cross-border (pagamenti internazionali). Ognuna presenta strumenti specifici, distinti per importo medio, frequenza d’uso e infrastruttura di regolamento.
Ad esse è possibile associare modalità di pagamento affini per ciascun segmento (tradizionali, carte, asset digitali, pagamenti emergenti). In questo elenco in corrispondenza di ciascuna, sono indicate le articolazioni ad esse più specificamente riconducibili.
Come ogni classificazione, costruita sulla base di evidenze che circolano nella industria e di esperienze maturate nella realtà italiana, essa può comprendere sovrapposizioni e approssimazioni. E probabilmente anche qualche omissione. Ciò che rileva sono alcune considerazioni che possono emergere circa il grado non omogeneo di sviluppo di ciascuna (al netto ovviamente di alcune modalità che vanno perdendo strutturalmente di peso, come gli assegni) e le rispettive prospettive di crescita.
Alcune di esse non hanno ancora manifestato le indubbie potenzialità come quelle classificate come modalità open banking, cui possono essere annessi servizi a valore aggiunto, per accrescere l’efficacia della gestione di incassi e pagamenti, in specie a favore delle imprese.
Altre osservazioni sono da rivolgere alle modalità emergenti in tutti e tre i comparti, tra cui i pagamenti impostati secondo criteri di programmabilità (per il pieno controllo dei flussi, assoggettati a condizioni mediante smart contract) e di orchestrazione tramite l’IA (per scelte di convenienza tra modalità differenti), nonché i processi di integrazione dei pagamenti con altre funzioni digitalizzate (ad esempio con i flussi di informazione prodotti dall’Internet of things).
La tecnologia delle carte di pagamento, introdotta come radicale innovazione negli Anni Settanta del secolo scorso, non risponde più a tutte le esigenze del mercato, tanto dei payer quanto dei payee, anche nelle transazioni transfrontaliere. E’ il motivo per cui si aprono nuove prospettive.
L’innovazione dei pagamenti instant (definitivamente in vigore in Europa dal 9 ottobre scorso) offre importanti opportunità, se coniugata con soluzioni Account to account tra banche, azzerando i tempi rispetto a quelli che contraddistinguono i pagamenti con carte. Il vantaggio dei pagamenti instant si rende poi ancora più evidente, ove venga realizzata la interoperabilità tra schemi di pagamento nazionali.
La diffusione di questa possibilità, tramite EuroPa, traccia, più che una tendenza, una vera e propria linea strategica, sulla quale si gioca buona parte della capacità dei paesi europei di concorrere efficacemente con la posizione monopolistica dei grandi operatori americani delle carte.
Lo stesso ragionamento vale per le monete digitali emesse da una Banca Centrale (per l’Europa, l’euro digitale della BCE) e per le stable coin (in alternativa alle cripto valute, da far emettere alle banche, in funzione di una maggiore stabilità dei segni monetari nei pagamenti). La prima iniziativa europea vede di recente l’avvio di un progetto per uno stable coin legato all’euro, da parte di 11 grandi banche. Si ha notizia di altri programmi in questa direzione.
La chiave di lettura di queste tre iniziative, al momento, come detto, allo stato di progetto, è da inquadrare nei profondi mutamenti delle condizioni di concorrenza che si stanno preparando sui mercati internazionali dei pagamenti, dove si affacciano sistemi monetari in competizione con la moneta americana (Brasile e India, negli instant con Pix e UPI). L’Europa è presente con i SEPA Instant, via piattaforma TIPS.
Quanto agli utenti dei servizi di pagamento, l’auspicio che una selva sempre più folta di modalità di pagamento non divenga impenetrabile richiede che i vantaggi connessi con una crescente molteplicità di opzioni possano emergere al meglio, grazie anche alla diffusione di un maggior livello di conoscenze sui pagamenti digitali, seguendo modalità sempre più appropriate, perché la crescita e la differenziazione dei servizi di pagamento digitalizzati sono in misura sostanziale affidate alla consapevolezza delle soluzioni da parte degli utenti.
In attesa della applicazione della PSD3 e di FIDA, che rappresenteranno una ulteriore spinta alla integrazione dei mercati finanziari e dei pagamenti, è da augurarsi che da queste direttive europee la chiarezza riceva un sostanziale contributo nel tempo un po’ caotico che stiamo vivendo, sempre con l’ottica di mostrare i vantaggi effettivi per le famiglie e le imprese.
PAGAMENTI RETAIL
Trasferimenti bancari tradizionali
– NEFT / ACH
– IMPS / Pagamenti istantanei
– Addebiti diretti / Istruzioni permanenti
Carte
– Di credito / debito / prepagate
– Carte tokenizzate (Apple Pay, Google Pay)
Pagamenti digitali e mobili
– UPI / PIX / SEPA Instant
– Portafogli digitali (Paytm, Alipay)
– Piattaforme Buy Now, Pay Later
– Pagamenti tramite codice QR
Open banking/API
– PISP / Pagamento tramite banca (servizi connessi: bulk, split, locked Payments
– Richiesta di pagamento (Request-to-Pay)
Asset digitali
– Stablecoin
– CBDC retail
– Criptovalute
Altri metodi di pagamento
– Contante
– Assegni / Bollettini postali
– Punti fedeltà / circuiti chiusi
– Pagamenti offline / NFC (BancomatPay)
Pagamenti emergenti
– Pagamenti programmabili
– Pagamenti integrati / IoT
– Biometria
– Orchestrazione tramite IA
PAGAMENTI CORPORATE
Pagamenti tradizionali
– RTGS (Regolamento lordo in tempo reale)
– Bonifici ACH cumulativi
– Bonifici SWIFT
Carte aziendali e commerciali
API e Open Banking
– API account-to-account payments
– Richiesta di pagamento (per fatturazione)
Asset digitali
– Depositi tokenizzati
– Stable Coin per tesoreria
– CBDC ingrosso (interbancario)
Cross-border
– SWIFT Global Payment Innovation
– Banche corrispondenti
– Piattaforme fintech (Wise, Revolut)
Pagamenti emergenti
– Orchestrazione tramite IA
– Flussi programmabili



