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Luciano & Sergio … e il volo spiccato da una finestra della IBM

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Tempo di lettura: 2’. Leggibilità ***.

Con il mio amico Sergio più volte ci siamo intrattenuti a parlare di Luciano De Crescenzo, il grande autore napoletano scomparso qualche tempo fa.

Io perché curioso di conoscere nuovi aneddoti di un personaggio che ho sempre ammirato, lui per il desiderio di raccontare il periodo vissuto con lui come “quasi collega”.

Sergio lo aveva conosciuto, lavorandogli a fianco, in quanto collaboratore esterno presso il Centro Servizi operante nell’edificio della IBM di Napoli, società presso la quale Luciano era impiegato, come ingegnere.

Grazie a quel periodo di vicinanza, Sergio conserva tanti ricordi che mi racconta per mostrarmi come Luciano fosse stato originalissimo anche nell’approccio professionale al marketing della grande azienda americana.

Come Luciano, anche Sergio ad un certo momento della vita scelse un percorso diverso dalla iniziale occupazione, cimentandosi in ultimo, con successo, nel governo di una propria società d’informatica.

“Caro Sergio, qui c’è scritto tutto quello che è capitato a me e tutto quello che è capitato a te. Buon Natale. Luciano” è la dedica – apposta il 23 dicembre 1981 – sul romanzo “Zio Cardellino” che gli fece recapitare. Un delicato racconto, per molti aspetti surreale e apparentemente leggero, che illustra l’incontenibile desiderio di volare che c’è in molti di noi, per osservare il mondo dall’alto.

La vita di Luciano De Crescenzo la conosciamo per i suoi tanti scritti. La supponenza critica del “Ghota culturale” contemporaneo non gli ha reso adeguato omaggio. Eppure la capacità di osservare con acume e benevola ironia il mondo circostante e la non comune efficacia comunicativa, attraverso opere letterarie, cinematografiche, teatrali, televisive, danno il quadro della sua fantasia creativa.

Essa certamente non avrebbe potuto liberarsi, se fosse rimasta incastrata nei percorsi stereotipati dell’impiegato, del dirigente, del manager qualunque ne fosse il livello di carriera e la gratifica economica.

E poi con la dedica regalata a Sergio, De Crescenzo avrà magari anche voluto riconoscere il coraggio avuto da entrambi, accettando di prendere rischi, per inseguire il sogno necessario per “diventare da grandi”. In questi casi, ci può stare di tutto, ogni accadimento è possibile, fortuna compresa.

Incuriosito da una recensione, ho cercato a lungo “Zio Cardellino”, quando era difficile trovarlo. Lo conservo oggi fra le letture più divertenti e istruttive. La sua lettura infonde leggerezza e aiuta a riflettere sul proprio percorso di vita, in entrambi i sensi: quando si procede e quanto si retrocede. Per i giovani può costituire un aiuto per non sbagliare nelle scelte importanti che si presentano.

Ai più anziani il libro da’ aiuto per un sereno bilancio e per riflettere sulle opportunità che la vita ha offerto e che, per pigrizia o quieto vivere, non si è avuto il coraggio di cogliere, reprimendo quanto suggeriva l’istinto. Ma il bello è che fino in fondo saremo di fronte a sempre nuove e imprevedibili opportunità, che possono ancora e sempre capitare. E’ un invito all’ottimismo che De Crescenzo ci ha regalato con garbo, ironia e grande intelligenza.

Concludo con un sincero ringraziamento a Sergio per il regalo che mi ha fatto, girandomi la foto della copertina di “Zio Cardellino” e della preziosa dedica scritta per lui dal compianto Luciano.

Buona luce a tutti!

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1 COMMENT

  1. Straordinario ed attualissimo racconto ambientato all’IBM dove, con malcelato sarcasmo, De Crescenzo ci ricorda che di norma non era possibile cinguettare come invece faceva zio Cardellino. Chissà se fosse stato ancora tra noi avrebbe apprezzato Sono tornata, il racconto che stiamo pubblicando a puntate ove le banche falliscono per caso tra i seriosi e spesso inutili interventi dei controllori. Meglio imparare a cinguettare e poi volare via come hanno fatto tanti di noi. Complimenti Salvatore per mantenere vivi questi ricordi.

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