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TIME X

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Il significato di una X


Il più autorevole e prestigioso settimanale al mondo è l’americano Time. Giornale di grande potenza comunicativa per i contenuti politici ed economici. L’uscita in edicola si è sempre fatta annunciare a gran voce dalle famose copertine.

Nel 1945 la faccia di Adolf Hitler fu contrassegnata da una X rossa, a significare la sua cancellazione. La stessa X si ripeté nel 2003, anno della pena capitale comminata a Saddam Hussein, poi nel 2006 per la morte di Abu Mousab al-Zarqawi, leader di al-Qaeda in Iraq, e per ultimo nel 2011 per la eliminazione di Osama Bin Laden. 

Persone in carne ed ossa che sono state eliminate quali nemici del mondo.

Nell’edizione che in uscita il 14 dicembre prossimo, sia cartacea che online, la copertina di Time è stata anticipata su Instagram. La differenza con le altre? A distanza di quasi un decennio, viene usata nuovamente una X rossa, ma non su un volto o un personaggio, ma sull’Annus Horribilis 2020. 

Un intero tempo reale, riceverà una X di astratta eliminazione, anche perché mettere in copertina un pipistrello, forse origine della pandemia, non sarebbe stato altrettanto efficace e anche poco consono verso questo animaletto. 

Cosa ha questa X di diverso dalle altre? Che è la prima X della nuova gestione.

Sì, perché tra il 2017 e il 2018 la storica rivista ha cambiato proprietà per ben due volte, un destino un po’ amaro per un colosso che ha creato e influenzato il potere dell’informazione in tutto il mondo.

Che questo 2020 che si avvia alla conclusione, abbia spiazzato, demoralizzato, atterrito, impaurito tutti i paesi del mondo, è indubbio. La Pandemia del Corona virus che ci ha aggredito globalmente mietendo finora un milione e mezzo di vite resterà non solo nelle nostre memorie, ma sarà ricordato quale periodo storico nei libri delle future generazioni. Ma dentro di noi che cosa resterà?

Quando qualcosa è stato molto negativo, catastrofico e difficile da affrontare, lo rimuoviamo dalla memoria, usiamo la cancellazione per dimenticarlo. 

Ma siamo certi di usare correttamente il contenuto di questo messaggio e di non essere “usati” dal suo suadente potere per archiviare problemi e situazioni traumatiche?

La Resilienza nuova Regina?

Personalmente voglio andare controcorrente rispetto al messaggio di questa nuova X rossa. Già lo feci tempo fa riguardo all’uso e abuso delle parole di potere, le “buzzword”, quei termini che nascondono un messaggio ripetitivo, di sempre minore significato, dei quali la nuova regina è la Resilienza. 

Noi siamo la “società delle immagini” e grazie al digitale si è verificata una crescita delle informazioni: non credo che sia un caso quello di anticipare la più importante copertina dell’anno che sta concludendosi, su Instagram, il social fotografico per eccellenza, visto che un’immagine vale più di mille parole. Le immagini stimolano emozioni e si radicano velocemente nella memoria, e, quando sono collegate a situazioni condivise, il messaggio associativo mentale diviene molto potente. In questo caso è: cancelliamo questo anno 2020 dalle nostre vite!

Spesso è più importante dimenticare per cercare illusoriamente di vivere meglio.

Praticamente ogni giorno dimentichiamo subito molte informazioni che ci appaiono inutili o dannose per la nostra serenità. Questa forma di auto-protezione, chiamata negazione, rimuove i problemi dalla mente, ci  impedisce di affrontarli, ma sopratutto ci impedisce come comprenderli per risolverli, lasciando il problema alla capacità individuale e al sistema sociale e culturale a cui apparteniamo. 

Noi non possiamo cancellare un intero anno, non possiamo nemmeno pensare di apporre una X sopra una data per non ricordarla ai posteri. Noi possiamo e dobbiamo imparare attraverso questa catastrofe ad accettare e affrontare l’intera pandemia e le sue conseguenze mondiali.

Possiamo conoscere e imparare a convivere con le nostre paure, possiamo imparare a gestire l’ansia per l’incertezza che abbiamo sul permanere della malattia tra noi umani e sulle conseguenze economiche e sociali che sta causando, ma non possiamo cancellare un anno della nostra vita.

È l’esistenza della vita stessa che ci mette e ci metterà sempre perennemente alla prova. Questo non vuol dire che siamo nati solo per soffrire, bensì per imparare a scoprire gli strumenti che sono al nostro interno, quelli che ci permettono di trasformare gli eventi traumatici da punti di debolezza in punti di reazione, per avere fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità di affrontare e superare gli ostacoli sul nostro cammino. Abbiamo bisogno di vincere la paura del “non conosciuto” e rafforzare le nostre sicurezze interiori.

L’essere umano da sempre cammina al fianco della sofferenza, della paura e della morte, ma mai come in questo tempo presente l’ha voluta “eliminare” dalle proprie emozioni, l’errore più grande è eliminarla quale immagine di un non senso. Dobbiamo conoscere e imparare a convivere con le nostre paure, possiamo imparare a gestire l’ansia che sempre più caratterizza la società moderna, sopratutto tra i giovani, che li vuole sempre belli, vincenti, capaci e forti. Possiamo cercare di comprendere il caos che assale i nostri pensieri la sera prima di dormire, possiamo accettare l’incertezza, ma non possiamo cancellare con una X un intero anno della nostra vita.

Sembra così assurdo? Eppure quando c’è un evento catastrofico l’essere umano cresce, non per diretta esperienza e conseguenza dell’evento, ma per doversi rapportare con la realtà imposta dall’evento stesso. Questo lo sanno e lo sperimentano bene le persone che sono dovute “morire inevitabilmente” rispetto a una vita precedente, che hanno dovuto abbandonare affetti o abitudini per imparare a rinnovarsi e a crescere in una nuova situazione sia familiare che lavorativa. La vita, per tutti gli esseri umani, può cambiare repentinamente, in meglio o in peggio.

Cosa mi sarebbe piaciuto vedere in quella copertina del Time? Se proprio il simbolo della X piaceva molto, poteva essere inserita la parola “Errore”, per trasmettere che è stato un anno difficile possibilmente da non ripetere, anche a causa degli errori che sono stati commessi per troppo tempo.

Gli errori

Questo 2020 è stato l’apice della somma degli errori di decenni, nel quale abbiamo sottovalutato il sistema sanitario, il benessere degli esseri umani, reso l’economia una serie di freddi algoritmi da tenere sotto controllo, velocizzato all’impossibile la vita quotidiana. Abbiamo lasciato che l’economia, da scienza umanistica del benessere per migliorare le condizioni della società collettiva, sia una disciplina di fredda analisi nelle mani di uomini che non sono più in grado di criticarla.

La cosa più anomala è che stiamo finendo un anno da cancellare con una X con la crescita sostenuta di tutte le borse, come non accadeva da tempo. La domanda che mi pongo è: non può esistere Il capitalismo senza bancarotta esattamente come il cattolicesimo senza l’Inferno? Le Fiat money sono le valute stampate, che trovano terreno sulla fiducia di chi ne fa uso, ma non scordiamo che la scritta che campeggia sul dollaro è: ‘Confidiamo in Dio”.

Allora siamo davanti a una nuova trasformazione, che non deve cancellare un passato, ma immetterci in un nuovo processo della società, che sia allineato al progresso e alle sua evoluzione e a maggiori equilibri in tutti gli ambiti.

Affrontare le trasformazioni non apporta la cancellazione del passato, ma la comprensione che il ciclo della vita, include la caduta, il dolore, la fine che è parte del nostro quotidiano, e non saranno certo le “Damnatio memoriae” a portarci avanti.

Gli studi scientifici hanno accertato che la gravità dei traumi, non è solo nell’evento stesso, ma nell’interpretazione che gli viene data, in base ai vissuti emotivi della società collettiva e dei singoli individui. Ed è proprio in base a questa accettazione scientifica che sarebbe necessario non veicolare il messaggio che una X possa cancellare virtualmente un anno disastroso, bensì attraverso un evento di così ampia gravità, si possa compiere una ricostruzione interna, che permetta di ricreare e di evolverci.

È l’inevitabile processo di crescita post-traumatica, che da secoli i nostri avi hanno dovuto collegare allo sviluppo della società, ad una presa di coscienza personale, per poter progredire. È l’aumento del buon senso nei confronti della vita e non la rassegnazione a cancellare e scordare per sopravvivere.

I ruggenti Anni Venti 

Solo attraverso la presa di coscienza del problema, attraverso il il coraggio di affrontare un evento traumatico, le persone riescono a dare un senso a ciò che è accaduto, e non è il tornare ad essere come prima, non è quella parola“Resilienza”, così abusata anche dalla politica, ad illuderci di stare meglio senza nemmeno domandarci che cosa ci sia successo.

L’essere umano non è composto di una fibra tecnica, che una volta stropicciata torna come nuova, no, è una situazione che ha lasciato sul campo molti morti e feriti, uno squarcio nelle vite e nelle abitudini di intere classi sociali e generazionali, ma deve divenire e trasformarsi in una possibilità per diventare più forti e più sicuri nell’affrontare il futuro.

Chi vuol esser lieto sia, del doman non v’è certezza” cantava Lorenzo il Magnifico: alleniamo la mente a guardare il lato migliore delle situazioni, non rendiamo banale la vita. E soprattutto non auguriamoci che passata la tempesta possiamo entrare in un periodo di anni ruggenti, come accadde negli Anni Venti di un secolo fa dopo la Spagnola. Agli eccessi di allora, dovuti anche alla reazione a quella pandemia, seguì la dirompente crisi economica del ‘29.

L’Umanità non può andare avanti di crisi in crisi, senza imparare mai dalle sue passate vicissitudini. Non è contraddizione da poco.

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1 COMMENT

  1. A mio parere la X rientra e rispecchia pienamente la cultura statunitense. Gli USA sono uno stato federale che accosta popoli non autoctoni che ancora risentono delle differenziazioni politiche derivanti dalla guerra di secessione di fine ottocento.
    Gli americani, grande potenza riconosciuta, non sono propensi a discutere, a mediare e le azioni di forza hanno sempre caratterizzato la strategia politica imperialista da loro attuata nei tempi moderni. Sarebbero infiniti gli esempi al riguardo.
    Il popolo americano, di per sé e un crogiolo di gente immigrata che si riconosce in appartenenze. La diffidenza e la mai definita problematica razzista sono forse fra i principali motivi che avallano anche il perenne far west consentito per legge, con l’accesso indiscriminato a ciascuno nel possesso di armi, con i rischi e le conseguenze che tutto ciò comporta.
    Tutto questo per dire che la X americana corrisponde, per me, a un perentorio “SHUT UP”, che non consente spazi e che, se non assecondato e stressato, preannunzia soltanto violenza.
    Del resto, da un paese dalle radici giovani e peraltro realizzato da civili multietnici trapiantati, anche riconoscendo il loro ruolo di “liberatori”, non può certo pretendersi altro.

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