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Psicologia dei pagamenti digitali

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La Banca centrale Europea ha appena pubblicato uno studio dal titolo accattivante: “Keep calm and carry cash: indicazioni tratte da quattro crisi sul ruolo unico della moneta fisica” (disponibile in italiano sul sito della Banca d’Italia – Bollettino Economico https://www.bancaditalia.it/).

Messaggio ufficiale: in una fase di crescente digitalizzazione dei pagamenti, non dimentichiamo il contante.
Perché? Perché in caso di emergenze — pandemie, blackout digitali, crisi geopolitiche o finanziarie — resta una rete di sicurezza affidabile.

Da tempo ci viene raccontato che l’euro digitale sarà il nuovo mezzo di pagamento elettronico sicuro e universale. Eppure oggi siamo invitati a tenere in tasca (o nel cassetto di casa) una piccola scorta di banconote.
Può sembrare contraddittorio: prima si spinge sull’innovazione digitale, poi si torna a elogiare il caro vecchio contante.

In realtà, forse, il messaggio è rassicurare i più scettici. L’euro digitale arriverà, ma il contante non sparirà; anzi “cash will remain available and will continue to be accepted”.

Ma al di là della raccomandazione istituzionale, c’è un aspetto importante che tocca più da vicino la nostra quotidianità. La rivoluzione dei pagamenti digitali sta cambiando il nostro modo di gestire e percepire il denaro.

Negli ultimi anni la diffusione dei pagamenti digitali ha reso l’economia più fluida e veloce: acquisti quotidiani in un click, e-commerce, nuovi modelli di business.

La pandemia ha accelerato il tutto: paura del contagio e limiti più alti per il contactless hanno reso i pagamenti digitali la nuova normalità, anche in un Paese tradizionalmente legato al contante come l’Italia.

Ma questi cambiamenti possono avere anche conseguenze pratiche non banali sulla nostra tendenza a spendere.

Gli studiosi parlano di “dolore del pagamento” (pain of paying espressione coniata da Zellermayer): è il piccolo dolore psicologico che proviamo quando paghiamo. Con il contante è più forte, devi contare le banconote, consegnarle, vedere il portafoglio alleggerirsi. L’uso della carta di credito attenua questa sensazione: consumi oggi, paghi dopo. Con il contactless qualsiasi legame tattile ed emotivo con il denaro quasi sparisce: basta un gesto leggero, un semplice bip, e non vediamo né tocchiamo ciò che spendiamo.

Meno dolore può comportare più spese impulsive, soprattutto quando i pagamenti sono rapidi e invisibili.
Studi recenti confermano che i pagamenti mobili riducono la percezione della perdita e spingono a spendere di più “in un battito di ciglia” (“Paying in a blink of an eye: it hurts less, but you spend more”).
Alcuni ricercatori parlano di “Spendception” (fusione fra spend e perception): i pagamenti digitali rendono meno visibili le uscite e abbassano la nostra resistenza mentale al consumo.

Il risultato? Più acquisti impulsivi e spese che possono diventare inconsapevoli.

Tra l’altro queste “spese silenziose” alimentano la subscription economy, cioè l’economia degli abbonamenti mensili a piattaforme, app e servizi digitali: 5,99 € per la musica, 17,99 € per una piattaforma video, 11,99 € per una rivista online e così via (magari con il prezzo che sale dopo la promo iniziale).
Ogni costo sembra innocuo — “sono solo pochi euro” — finché a fine mese la somma totale sorprende.

E non basta: negli ultimi anni è esploso anche il fenomeno Buy Now, Pay Later (BNPL).

Rateizzi perfino acquisti di importo modesto, con zero interessi apparenti e approvazione istantanea. Comodo, certo. Ma può essere rischioso: ci si indebita facilmente, la spesa si diluisce e finisce per sembrare del tutto  trascurabile. Secondo stime, gli utenti BNPL superano i 360 milioni a livello mondiale e sono in costante aumento.

Proprio perché i pagamenti digitali possono incoraggiarci a spendere quasi senza rendercene conto, vale la pena usare al meglio la stessa tecnologia per tenerci sotto controllo: notifiche in tempo reale, limiti di spesa e, magari, una revisione periodica degli abbonamenti in essere e del loro effettivo utilizzo possono aiutare.

Il consiglio della BCE di tenere un po’ di contante è sensato, anche se un po’ scontato.

Ma il vero punto è capire se quel comodo “battito di ciglia” digitale non sta forse svuotando il conto più in fretta di quanto immaginiamo!

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