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La street photography di Luisa Vazquez

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Nata e vissuta fino all’infanzia sotto il franchismo, Luisa Vasquez trova il modo di conseguire una laurea in storia che le tornerà utile per una lettura disillusa e attenta della società.

Pur nutrendo interesse e passione per la fotografia e per l’arte in genere, il contesto socio-economico ed il sistema politico autarchico e oscurantista spagnolo del tempo, le negano ogni possibilità pratica per dare loro libero sfogo, anche per l’impossibilità pratica di disporre di una reflex propria.

Un prolungato periodo di distaccamento presso la FAO in Roma le consente di recuperare, in un contesto democratico in fermento ideologico, sociale ed economico, cognizioni ed approfondimenti che la dittatura le avevano precluso nel suo paese.

L’occasione di un viaggio a Mosca crea l’opportunità per l’acquisto di una sua prima macchina fotografica: una Zenit, ma non basta ancora per iniziare a produrre.

Vicissitudini familiari, che comportano anche il rientro in Spagna, non concedono spazi da dedicare alla sua sentita passione, anche se le occasioni connesse con il nuovo lavoro le consentono di visionare e catalogare produzioni di altri, affinando sempre più conoscenze e gusti del mondo culturale, fotografia compresa.

Quando arriva finalmente il tempo per assecondare la passione a lungo riposta, i risultati arrivano presto, mettendo a frutto il bagaglio culturale accumulato negli anni, anche con lo svolgimento di nuovi lavori.

Una fidata macchina fotografica rimane sempre nella sua borsa, pronta per immortalare le scene di vita che occasionalmente si presentano.

L’occhio da lungo tempo allenato con le opere dei grandi fotografi la aiutano a catturare le scene e a operare già in fase di ripresa i dovuti tagli, per le sintesi più asciutte.

Il suo archivio si arricchisce man mano, privilegiando principalmente la street photography.

Il collocamento in quiescenza dal lavoro e le scelte di vivere come cittadina del mondo le fanno visitare molti angoli del pianeta, per soddisfare il desiderio di viaggiare e per dare sfogo alla passione fotografica.

Oggi la troviamo palermitana, pienamente inserita e integrata, sempre curiosa, in una città multietnica, ricca di convivenze sociali e di classi dai differenti livelli economici e culturali.

E’ qui che ho modo di incontrarla la prima volta, nel corso di una sua bellissima mostra personale approntata presso l’Istituto Cervantes di Palermo, un’enclave spagnola, inserita nel cuore del quartiere popolare della Vucciria, dedita alla divulgazione della cultura spagnola contemporanea. Interessante al riguardo è la interessante descrizione della mostra scritta da Antonio Massara.

Con Luisa nasce da subito un rapporto di stima, reciproca e schietta, che non ha riguardi o riserve. Non di mostra mai propensa a compromessi circa le sue opinioni, spesso severe, attinenti anche alla fotografia.

In un nostro contesto abituato a “convenevoli” e “gratuite” lodi, la sua obiettività, sempre motivata, costituisce un valore importante per addivenire a giudizi obiettivi, a prescindere dai gusti e dalle preferenze che differenziano ciascuno di noi.

Luisa Vazquez alla Vucciria è conosciuta da tutti e te ne accorgi passeggiando con lei, quando la vedi dialogare con Ignazio o con altri venditori o abitanti dei luoghi. Per come si muove, di certo conosce il territorio meglio di me che sono cittadino di Palermo.

Se provi a chiedere cosa sta leggendo, ti propone sempre nuovi autori o letture di vecchi testi ai quali, per gli avvenimenti spagnoli nel suo periodo giovanile, le fu impedito di accedere.

Infine, pur facendo oggi base in Italia, Luisa non disdegna di visitare nuovi paesi e ritornare magari più volte nei posti che la coinvolgono e di cui un po’ si innamora.

Se hai modo di incontrarla la vedrai sempre disponibile e con il volto sorridente, rilassato, compiacente e coinvolgente.

Buona luce a tutti!

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