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Pensieri filosofico-pandemici

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Tempo di lettura: 3’. Leggibilità ***.

Panta rei, tutto scorre, sembra espressione veramente evocativa nell’attuale situazione di emergenza sanitaria.
Infatti, se tutto continua a scorrere, come sosteneva il filosofo greco Eraclito, significa che niente dura in eterno e, prima o poi, tutto finirà (la nostra speranza è che accada presto).

Ciò significa anche che il mondo è connotato da stati contrari; quindi, oggi più che mai, si può dire, che se non ci ammalassimo, non potremmo capire cosa si prova veramente a stare a bene o se non fossimo tutti agli arresti domiciliari non potremmo apprezzare la libertà di… andare a fare la spesa!

Sul piano filosofico Eraclito ci potrebbe fornire una chiave esplicativa di ciò che sta succedendo perché lui diceva che il bene e il male occupano entrambi un posto necessario: senza la ben nota e perenne lotta tra gli opposti, il mondo finirebbe.

Un’altra espressione di Eraclito che oggi sembra più che mai attuale (alla luce di tante frasi di poco senso scientifico, delle battute simil-spiritose, dei filmatini più o meno stupidi in rete e dei comportamenti quantomeno sconsiderati, a cui siamo costretti ad assistere quotidianamente) è che le opinioni di gran parte degli uomini si possono paragonare a “giochi di fanciulli”.

Tra le più diffuse c’è anche quella che tende ad accreditare una diversa impostazione della Bce che sarebbe passata dalla condotta di Draghi, improntata a dinamismo, con un proficuo cambiamento delle condizioni di mercato all’insegna del “whatever it takes” assurto a lògos Eracliteo in cui tutte le contraddizioni magicamente si risolvono, a quella della Lagarde che, ispirata invece da Parmenide, ritiene che nulla possa veramente cambiare, tantomeno gli spread. L’essere è, il non essere non è. Lo spread è.

I tempi di Eraclito e Parmenide sono stati seguiti da oltre due millenni di speculazione filosofica, con molte varianti. Ma noi siamo ancora agli inizi dell’epidemia per sapere chi dei due ha ragione.

E’ a questo punto che vengono alla mente due altre espressioni, di culture più pragmatiche di quella greca, che forse ci possono aiutare.

La prima è del mondo romano e recita che nessuno è tenuto a fare cose impossibili. Ad impossibilia nemo tenetur, dicevano i Romani. Nulla di impossibile si è tenuti a fare, ma azioni di preventivo buon senso sì che si possono e si debbono fare. Perbacco!

E quindi alcune domande sono più che legittime. A cominciare dal perché il Paese non avesse scorte sanitarie strategiche (mascherine, apparecchi per la respirazione di emergenza, posti letto in terapia intensiva), come avviene per altre materie indispensabili, come petrolio e grano. E quindi nessuna giustificazione ci può essere per qualcosa che era tutt’altro che impossibile da ottenere.

La seconda viene dalla saggezza cinese che con sconcertante ovvietà ci ricorda che non importa che il gatto sia bianco o nero. L’importante è che catturi i topi. E qui si entra di nuovo nel campo della politica e delle responsabilità.

Ora è tempo di affannarsi per cercare di tamponare alla meglio la situazione.
Al resto penseremo dopo, se non prevarrà la nostra atavica propensione a scordarci presto di tutto, perché a noi piace moltissimo vivere nel presente. Passato e futuro non ci attirano. Forse siamo parmenidei, senza saperlo. E non ci spostiamo di un centimetro dalla nostra inossidabile sicurezza di essere i migliori di tutti. Anche se questa volta sono in molti a dire che nulla sarà più come prima. Ecco che fa nuovamente capolino Eraclito e il suo tutto scorre.

Per ora purtroppo il flusso dei dati statistici che vorremmo vedere scorrere in altra direzione non lo sta facendo. Ognuno provi ad adattare i suoi punti di vista a ciascuna di queste quattro verità filosofiche, per individuare quella che ci aiuterà più delle altre ad uscire dal gorgo.

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