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Open banking e FlowPay, una storia italiana di innovazione nei pagamenti d’impresa

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Si è svolto ieri l’evento inaugurale dei nuovi locali di FlowPay, istituto di pagamento di Firenze, impegnato a sviluppare processi di ottimizzazione degli incassi e dei pagamenti per l’impresa. Vi hanno partecipato oltre 80 invitati, rappresentanti di operatori, professioni, start up innovative, intermediari finanziari, piattaforme di sistema, partner.

Qui l’intervento del Presidente Daniele Corsini.

Buon pomeriggio. Ringrazio tutti gli intervenuti in presenza e da remoto. Davvero una bella platea in risposta alla nostra iniziativa per l’inaugurazione della nuova sede.

Mi piace darvi il benvenuto con due osservazioni di contenuto simbolico e una di contenuto reale.

La prima è che nel trasferimento nei nuovi locali il TPP Flowpay prende il posto lasciato dalla filiale di una banca tradizionale. Lo interpretiamo come un segno della innovazione che avanza con l’open banking.

Il secondo è nel cambio di location che abbiamo dovuto organizzare all’ultimo minuto, rispetto al luogo inizialmente previsto per questo evento. E’ un caso di resilienza davanti a un inconveniente inatteso (guasto dell’impianto di condizionamento),  che ci ha imposto una inaugurazione delocalizzata per evitare i disagi del caldo estivo.

La platea, durante l’intervento inaugurale

La capacità di reazione agli imprevisti è uno stato organizzativo e un adeguato grado di resilienza è indispensabile nel processo di trasformazione della industria dei servizi bancari digitali, dai contorni ancora non consolidati.

Sul piano reale, la nuova sede è per Flowpay un miglioramento in termini di funzionalità operativa, pienamente coerente con un percorso step by step, cioè di prudente strategia societaria e di graduale e differenziata crescita delle attività, intrapreso fin dall’inizio. 

Procedere passo dopo passo è un criterio che abbiamo ben chiaro e che riteniamo di aver azionato finora con coerenza. 

Noi non siamo per gli exploit, per le fiammate alla moda, ma per una costruzione attenta del nostro futuro, secondo gli obiettivi strategici che ci prefiguriamo.

Lo conferma la breve storia di Flowpay, passata da start up informatica a istituto di pagamento per i servizi di informazione sui conti (AIS) e di disposizione di ordini di pagamento (PIS), quindi a PSP per l’esecuzione di pagamenti diretti, con il contemporaneo sviluppo di soluzioni innovative, e con la messa a terra di alleanze, attraverso rapporti di partnership con operatori qualificati.

Intervento del Ceo di FlowPay, Federico Masi

L’organizzazione aziendale si è progressivamente rafforzata in corrispondenza della crescita operativa.

La valorizzazione crescente della società ha accompagnato il percorso.

 Come sapete, noi operiamo nell’ambito dell’Open banking, secondo un approccio di processo più che di prodotto. Siamo convinti che nel medio termine questo approccio sia vincente e intendiamo affrontare la sfida, consapevoli della originalità del nostro modello di business.

All’interno della cornice regolamentare della psd2 e tra breve della psd3 e degli input provenienti dal mercato, ci proponiamo di fornire servizi di incasso e pagamento a imprese, in un rapporto sia b2b che b2b2c, in funzione di enabler o di embedder, integrando il pagamento all’interno di procedure. 

Il focus intorno al quale ruota l’innovazione di processo di Flowpay è il cash flow management, per ottimizzare i tempi di incasso dei crediti commerciali, migliorando l’uso del capitale circolante, in un contesto che negli ultimi anni vede per le realtà minori crescenti restrizioni nel credito e da sempre un limitato accesso al mercato dei capitali. 

La pmi è chiamata a recuperare e a utilizzare al meglio le risorse a sua disposizione.

La tavola rotonda con i partner di FlowPay

Oltre a soluzioni per la gestione efficiente della liquidità aziendale, Flowpay propone l’utilizzo della informazione economica che origina dai pagamenti, in funzione sia di una migliore gestione dell’impresa sia della costruzione di più precisi modelli di scoring bancario. Quanto alla tecnologia, la scelta è basata sulla componibilità dei servizi finalizzati a processi end to end, con un forte approccio alla sperimentazione di soluzioni innovative.

Le nostre tecnologie proprietarie (gateway di pagamento, piattaforma API driven, numerosi prodotti full-stack) si interfacciano e si integrano con le API di tutte le banche italiane. Sono in corso riflessioni per l’estensione alle API delle banche di altri paesi europei. 

La nostra tecnologia si proietta alle API di seconda versione, che presentiamo oggi. Esse consentono la connessione ad applicazioni di sistema per migliorare lo sfruttamento dei flussi informativi insiti nella documentazione dei pagamenti. Tramite il servizio di accesso ai conti, ci proponiamo l’estrazione e il trattamento di un’informazione economica sempre più granulare.

Le nuove API si collegano a infrastrutture quali gli archivi della fatturazione elettronica e i cassetti fiscali, per indirizzare i pagamenti verso le piattaforme sistemiche dei bonifici istantanei, assicurando rapidità, sicurezza, irrevocabilità ed economicità anche a transazioni complesse e rendendo più efficace l’orchestrazione dell’intero processo.

Federico Giuntoli, COO di FlowPay, presenta le nostre API Versione 2

Con la psd3, si compiranno ulteriori, importanti avanzamenti sul fronte dei pagamenti innovativi, tra i quali uno dei più rilevanti sarà la diffusione di uno standard unico europeo per le API bancarie, oltre ad altre armonizzazioni normative.

La psd3 è anche accompagnata dalla introduzione della normativa sull’open finance e sull’euro digitale.

La finalità è la costruzione di un ecosistema digitale europeo dei pagamenti, del banking e della moneta, con le banche chiamate a dare ai clienti un maggiore controllo sui loro dati e sulla moneta, in tutte le sue forme.

Di queste novità sentiremo parlare diffusamente e ci dovremo attrezzare sul piano operativo e del business, investendo risorse adeguate.

L’aderenza al quadro regolamentare per Flowpay non è solo un must ineludibile, ma anche un qualificante fattore di penetrazione del mercato, attraverso soluzioni, pienamente compliant, perché filtrate in via preventiva dalla Banca d’Italia. 

Esse hanno dunque la garanzia della piena legittimità, previa, da parte nostra, la più attenta valutazione dei rischi.

Sul mercato e’ essenziale che vengano superate al più presto le difficoltà che ancora incontriamo.

Gli obblighi imposti alle banche di aprire il proprio patrimonio informativo relativamente ai rapporti di clientela vedono, in molti casi, una risposta minima in termini di funzionalità delle API.

Le disfunzioni sono ancora tante e noi, con altri operatori dell’Open banking, non ci stanchiamo di sollecitare le Autorità a intervenire in modo più determinato nei confronti di quelle banche che ancora tardano a superare le inefficienze.

 La standardizzazione a livello europeo sarà risolutiva, ma nel frattempo i miglioramenti debbono esserci, per il decollo dell’Open banking.

Stiamo portando avanti questa istanza anche nel Comitato Pagamenti Italia e al tavolo tematico attivato da Banca d’Italia sull’open banking, cui, lo diciamo con soddisfazione, siamo stati ammessi a partecipare. 

In questi luoghi incontriamo le massime istituzioni e i maggiori operatori nei pagamenti. 

Flowpay è anche membro tecnico nel Gruppo di Berlino promosso dall’EBA per l’elaborazione di nuovi standard, come avvenuto per la Request to Pay, ed è impegnata a migliorare il grado di visibilità, con appropriate iniziative di marketing, avendo, tra l’altro, attirato l’attenzione di società di consulenza del massimo prestigio come Gartner.  Il collocamento Flowpay nelle classifiche degli intermediari più innovativi nell’open banking potrà accrescere di molto la nostra reputazione.

In questi mesi abbiamo affrontato anche la mancata previsione della maggiore infrastruttura dei pagamenti pubblici, intendo dire PagoPa, di operare direttamente dal conto del debitore al conto del creditore, mediante PIS. 

Questo ci ha indotto a richiedere la estensione dell’autorizzazione alla esecuzione di pagamenti diretti, dovendo separare la fase dell’acquisizione delle somme dai pagatori da quella del loro indirizzamento, via bonifico, al beneficiario pubblico, facendole transitare su un conto tecnico, che abbiamo aperto presso la maggiore banca italiana. Oggi siamo operativi con questa procedura e, al momento, siamo l’unico TPP omologato presso PagoPA. 

Ci tengo a dire che abbiamo trasformato il vincolo rappresentato dall’obbligo del conto tecnico in opportunità, sviluppando processi per pagamenti di massa da più pagatori verso un solo beneficiario (bulk), per pagamenti da un solo pagatore da suddividere tra più beneficiari (split) e per pagamenti condizionati, cioè sottoposti a clausole tra pagatore e beneficiario (locked), ampliando la gamma dei servizi e i segmenti economici da avvicinare, con nuovi casi d’uso. L’effetto atteso è la migliore programmazione dei flussi finanziari da parte dell’impresa.

Termino con le politiche delle alleanze di Flowpay e con la scelta di utilizzare una parte del capitale sociale come strumento per instaurare rapporti di partnership, con qualificate controparti.

L’apertura del capitale di Flowpay con questa finalità è stato attuato in tre circostanze, la più rilevante delle quali, anche in vista di un ulteriore round, al quale stiamo lavorando, è quella con Credit Agricole Italia e la sua controllata Agos Ducato, foriera di sviluppi per il mercato italiano del credito al consumo e dell’e-commerce.

Ma, torno a dire, noi non siamo per i grandi exploit, ma per una crescita sostenibile, nella consapevolezza che fintech e open banking non possano svilupparsi autonomamente rispetto al sistema bancario, impegnato nella trasformazione digitale delle attività tradizionali.

Noi abbiamo gettato il nostro piccolo seme di creatori di soluzioni lungo un percorso, che vede, negli ultimi mesi, la nascita di banche digitali, l’acquisizione da parte di banche di società del Fintech, l’alleanza tra banche e utilities nei pagamenti elettronici, la creazione di Istituti di moneta elettronica a base bancaria, la creazione di piattaforme per il Banking as a service. E’ uno scenario di lungo periodo, che segna la direzione della industria. Insomma i temi su cui concentrarsi non mancano e la nostra abilità ad affrontare questioni complesse richiede di essere costantemente verificata tramite il superamento  delle sfide che ci si presentano giorno dopo giorno. Siamo ragionevolmente certi di raggiungere i nostri target. 

Vi ringrazio e lascio la parola agli interventi dei nostri ospiti che porranno questioni su un livello più circostanziato rispetto a queste mie minime osservazioni. Grazie e buon lavoro a tutti.

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1 COMMENT

  1. Sono rimasto molto colpito dalla preparazione dei relatori e dalla chiarezza con cui hanno esposto le linee di azione di FlowPay nel mercato dei pagamenti italiani, settore non facile e ancora pieno di increspature nonostante la massiccia ondata di regole europee varate dagli anni 2000 in poi. Le banche la fanno ancora da padrona ovviamente ma lentamente qualche pezzo iniziano a perderlo. Fino al 2014, anno di avvio della SEPA, il mondo dei pagamenti era regolato dagli accordi interbancari su condizioni di valuta, disponibilità e definitività, certo tra banche ma quello che vi stabilivano a cascata si trasferiva alla clientela. Oggi queste cose fanno parte di un mondo Jurassico, per fortuna.

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