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Lagarde, Visco, il clima e il ruolo delle banche centrali

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Ambiente e banche centrali

In questi giorni si sono succeduti due importanti interventi della BCE e di Bankitalia sugli effetti dei cambiamenti climatici e sui relativi rischi. Importanti anche perché questi temi iniziano da poco ad essere nell’agenda degli organismi finanziari internazionali e delle banche centrali.

Il presidente della BCE in occasione di un riconoscimento ricevuto in Francia ha dedicato gran parte del suo intervento al clima e alle conseguenze che abbiamo davanti ai nostri occhi.

Visco al recente Congresso Forex è tornato sul ruolo delle banche centrali nel settore, dopo averlo già fatto lo scorso anno a Venezia con un intera relazione in proposito.

Vediamo come intendono procedere su singole proposte dopo aver entrambi sottolineato la rilevanza sociale ed economica di questi fenomeni, l’influenza che i disastri naturali hanno soprattutto nel breve periodo sull’inflazione e sulla stabilità dei prezzi.

L’Agenda per gli anni a venire

1) Lavori in corso per incorporare entro la fine dell’anno i rischi ambientali nelle procedure di assessment delle garanzie collaterali per le operazioni di politica monetaria e per le procedure di supervisione bancaria e finanziaria.

2) Disseminazioni di informazioni sui rischi e iniziative per determinare standard da applicare a banche e altre società per l’individuazione di coloro che minimizzano i rischi ambientali.

3) Riformulazione delle strategie di investimento delle banche centrali in settori che hanno un basso impatto ambientale. La Banca d’Italia ha già operato in tal senso quest’anno. Essa ha modificato le modalità di gestione dei propri investimenti finanziari attribuendo un peso maggiore ai fattori che favoriscono una crescita sostenibile, attenta alla società e all’ambiente. Aumenteranno quindi le risorse destinate alle imprese con le migliori prassi ambientali, sociali e di governance.

Conclusioni

La scelta di campo delle banche centrali è importante, ovviamente. Si inserisce in un quadro molto più ampio ed estremamente complesso da valutare.

In ambito economico/finanziario è importante sviluppare quelle attività legate all’investimento responsabile che perseguono gli obiettivi tipici della gestione finanziaria tenendo in considerazione aspetti di natura ambientale e sociale.

Focalizzare la propria attenzione esclusivamente sui rendimenti finanziari potrà diventare un esercizio riduttivo e gli investitori nel campo del risparmio gestito anche in Italia, prestano sempre maggiore attenzione ai temi ora descritti. Favorita anche dalla spinta dei Millennials, la crescita della domanda è inarrestabile e la gamma di prodotti offerti sempre più varia anche per quanto riguarda l’asset class obbligazionaria.

Integrare nelle analisi i criteri ESG Environmental, Social, Governance è centrale, non solo per quanto riguarda l’attività degli investitori istituzionali e dei consulenti finanziari ma anche per le banche centrali. Esistono molti strumenti ed il principale è rappresentato dal bilancio sociale, Report CSR – Rendiconto della Corporate Social Responsibility o Bilancio di sostenibilità.

Credo, tuttavia, che allo stato esistono due limiti molto evidenti. Il primo è che si tratta di tentativi apprezzabili ma ancora poveri di risultati. Essere presenti nel settore può diventare una facile moda, una accattivante propaganda da seguire per attirare investimenti dei risparmiatori r plausi dell’opinione pubblica.

L’altro aspetto è la confusione ingenerata nei cittadini che difficilmente riescono ad orientarsi in questa pletora di iniziative. Quotidianamente bombardato dalle tante proposte e dai tanti soggetti che si avventurano sulla scena rischia di perdere fiducia nei rimedi che gli vengono proposti e somministrati.

Ho la sensazione che, nonostante tante buone iniziative, siamo ancora all’anno zero. Spero di sbagliarmi.

 

 

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