Home Educazione Finanziaria La falsa partenza dell’Educazione Finanziaria

La falsa partenza dell’Educazione Finanziaria

2344
2
Immagini tratte da The Italian Banker, film appena uscito nelle sale
Tempi di lettura: 4’.

Primo ottobre, tutti a scuola come una volta, ma oggi è il mese dell’Educazione Finanziaria. E quindi si va a scuola di banche e finanza, ma per apprendere cosa? Ora lo vedremo ma devo avvertire che il Mese va oltre le buone intenzioni di chi lo ha immaginato e programmato, perchè per strane coincidenze ci porta in un mondo surreale, fuori dalla storia e dalla cronaca, che provo a commentare.

La sentenza Banca Etruria

Mentre il primo del mese al Salone Margherita di Roma, tempio del varietà, si inaugurava il Mese dell’Educazione Finanziaria, ad Arezzo andavano assolti i revisori e l’intero CDA della Banca Etruria. Si ripete il male antico del nostro paese che non trova mai i responsabili. Anzi, costoro potranno tornare a sedere sulle comode seggiole nei consigli di altre banche.

Prima pagina, venti notizie
Ventuno ingiustizie e lo Stato che fa
Si costerna, s’indigna, s’impegna
Poi getta la spugna con gran dignità. (De Andrè)

I truffati dovranno scusarsi, evidentemente se la sono cercata, questa è la vera sostenibilità, nel senso che siamo noi risparmiatori a sostenere le tante banche rotte del paese. E’ un altro fulgido esempio di protezione del risparmio. Quando uscirà la sentenza, leggeremo bene le motivazioni. Qualche giornalista, a commento della formula assolutoria (il fatto non sussiste), ha azzardato un teorema di negazione della funzione bancaria, seguito dai giudici.  Non è vero che gli amministratori hanno buttato i soldi dalla finestra, è vero invece che i signori mutuatari i soldi non li hanno restituiti. Il bicchiere si è rotto da solo, nessuno lo ha fatto cadere e comunque non è stato chi lo aveva in custodia.

Cinque colpevoli e ventidue assolti nelle varie fasi processuali, questo e’ il rosario della governance della Popolare, una cricca si dava da fare e gli altri non si avvedevano e si tenevano puri e duri. Bah. Ecco la lista.

Alberto Rigotti, imprenditore ed ex consigliere di Banca popolare Etruria e Lazio, è stato condannato a 6 anni di reclusione. La richiesta dell’accusa era di un pena di sei anni e sei mesi. Tutti assolti, perché il fatto non sussiste, gli altri 22 imputati, ex consiglieri di amministrazione e dirigenti o ex revisori della banca, accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice. Nell’ambito della stessa inchiesta il gup del tribunale di Arezzo, Giampiero Borraccia, ha già condannato , con rito abbreviato, a cinque anni di reclusione per bancarotta fraudolenta l’ex presidente Giuseppe Fornasari e l’ex direttore generale Luca Bronchi, a due anni l’ex vice presidente Alfredo Berni per bancarotta fraudolenta e a un anno l’ex membro del cda, Rossano Soldini, per bancarotta semplice.

Il film

Dal Corriere di tre giorni dopo (4^ giorno del mese dell’Educazione Finanziaria), apprendo che esce il film The Italian Banker ispirato al lavoro teatrale che vidi prima del lockdown, che si ispira allo scandalo della Popolare di Vicenza. E’ un film da vedere perchè è cronaca ed è storia recente. Concordo con il critico del Corriere che osserva come al film manchi un pezzo che spieghi come tutto quello che è accaduto sia potuto accadere. L’accento, infatti, è posto unicamente sull’avidità dei nuovi imprenditori del Nord Est, la loro voglia di fare “schei” a palate, ma nulla si dice dei controlli e di chi doveva controllare. Eppure tutti sostengono che un capitalismo smodato contenga in se’ il bisogno di controlli e contraltari, con la normativa creditizia che celebra il mantra della sana e prudente gestione del banchieri.

In fondo, a chi importa se i ricchi si sono scannati tra di loro dentro una banca di provincia. Quello che importa è capire se questo scontro è stato fatto pagare ad altri e sapere perché nessuno vi si è opposto.

Poi, in verita’ Zonin in altri campi e’ considerato un imprenditore di primissimo livello, che ha contribuito a creare un marchio del Made in Italy come quello del vino, dopo lo scandalo del metanolo degli Anni Ottanta.

Ricordo, invece, che la Commissione parlamentare d’inchiesta aveva chiuso i lavori stabilendo che la vigilanza bancaria era stata tardiva e inefficace nella tutela del risparmio, richiamandosi alla violazione niente di meno che dell’art. 47 della Costituzione. Poi non è accaduto più nulla, come al solito, e l’interpretazione che passa è che la banca è fallita per disgrazia, per destino avverso dell’umana natura o degli dei. Visione un pò troppo generosa e fuorviante.

Il vaudeville del linguaggio

Nel contesto un po’ surreale del Salone Margherita in Roma va in scena, come ho detto, l’apertura del Mese dell’Educazione Finanziaria a cura della Banca d’Italia. Mi colpiscono due aspetti. Il primo è che per evitare che qualche commentatore possa prenderla a ridere, l’organizzazione dell’evento ha ingaggiato proprio l’attore comico Lillo che ha strappato qualche applauso e pure qualche risata. Come a dire, meglio giocare di anticipo e così abbiamo proprio tutto.

Il secondo è il linguaggio utilizzato, anche esso comico ed ironico, però del tutto involontario questa volta. Degli eventi tragici degli ultimi anni non vi è stata traccia, a parte un ricordo del bravo attore Paolo Calabresi, che ha raccontato il suo sfortunato investimento nei tango bond, i famigerati titoli argentini di qualche decennio fa. Poi nulla più come se il programma venisse da Marte. E non ci fosse memoria degli scandali Cirio, Parmalat, Four You e Myway (prodotti finanziari ad alto rischio del gruppo Monte dei Paschi), nonché dei fallimenti delle tante banche locali, osannate fino a poco tempo fa come campioni dell’economia dei territori e solidi custodi dei risparmi delle famiglie.

Nel Salone, si è giocato con i ragazzi per ricordare la paghetta e i bancomat, con due imprenditori che hanno presentato i loro successi aziendali, con un gruppo di sportivi che hanno illustrato la fatica per arrivare agli ori olimpici. Un dilatarsi nel tempo e nello spazio di eventi e personaggi che nulla hanno a che vedere con la storia del risparmio, che ora riposa in pace nei forzieri delle nostre banche dal momento che oggi gli impieghi all’economia li fa lo Stato, tra Gacs, acquisto di Npl e altre sovvenzioni e piani di rilancio.

Per concludere, a chi giova una tale situazione? E perchè dopo anni di banca e finanza ci siamo ridotti a trasmettere nozioni, senza raccontare quello che è stato, secondo la massima della Storia maestra di vita?

Eppure, quella più recente ci sbatte in faccia tanti casi di risparmio tradito in Toscana e in Veneto, nelle Marche e in Romagna, in Liguria e in Abruzzo, in Sicilia e nelle Puglie, da farne interi programmi di Educazione finanziaria.

Ci dobbiamo augurare che il mese dedicato a migliorare le conoscenze finanziarie del cittadino prosegua con celebrazioni più consone.

 

Previous articleViaggio nel “1984” digitale cinese ovvero la società orwelliana di Xi Jinping
Next articleL’insopportabile fragilità di Internet…

2 COMMENTS

  1. Quali sono i diversificati e non omogenei tratti di questi nuovi attori, e che cosa cambia, in questo processo? Esso viene a sostituire e distruggere forme precedenti di identità finanziaria – anziché -a integrare con esse. Che cosa introduce, quali tratti sostituisce, che cosa conserva (e per certi aspetti potenzia)?

  2. L’Educazione Finanziaria nasce una ventina di anni fa e si propone di diffondere nozioni elementari in materia di risparmio, previdenza, assicurazioni partendo dalla scuola. I nuovi attori, come li ha definiti Ulderico Bisconti, fanno sorgere diverse perplessità non per incapacità soggettive ma perchè appartengono alle istituzioni che dovrebbero prevenire le crisi o addirittura alle stesse banche. E’ come mettere le volpi a guardia del pollaio. Il rischio è che l’EF diventi la foglia di fico per coprire le tante magagne (dicesi sole) che hanno contrassegnato la nostra storia bancaria e finanziaria. L’avvio di questa ennesima edizione al Salone Margherita (nomen omen) ne è la prova e per tale ragione ho inteso darne un fedele resoconto. Economia&FinanzaVerde deve la sua fortuna a questa incapacità di comunicare e raccontare quel che è avvenuto nei 40 anni di storia bancaria e finanziaria. Noi ci proviamo perchè crediamo che esistono delle alternative valide e sicure all’impiego del nostro risparmio.Cio’ grazie alle regole europee e non certo per la vigilanza che si fa da noi che mira a rieducare il parco buoi con i corsi su come funziona il bancomat senza fare mai cenno alle tante crisi bancarie che si susseguono in modo incomprensibilmente ineluttabile.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here