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L’insonnia di Andrea

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Ci muoviamo tra poesia e prosa, tra narrazione e teatro, vi entriamo ed usciamo seguendo il filo di questo straordinario scritto di Andrea Manzi, un racconto poetico di notti insonni. Milioni di domande fa nascere una notte insonne che è un viaggio nella nostra metafisica, qualcosa che va oltre la vita. Ma in realtà cosa è Insonnia ? Siamo noi capovolti. Il cogito ergo sum, di cartesiana radice, non esiste più e sono le cose che pensano e ci pensano. Come nelle ultime canzoni di Lucio Battisti.

Son le cose
Che pensano ed hanno di te
Sentimento
Esse t’amano e non io
Come assente rimpiangono te
Son le cose, prolungano te
(Pasquale Panella)

“e predisponendo l’opera per l’unico spettatore disponibile, che sono pur sempre e solo IO. Nel pronome personale che questa mattina mi appartiene c’è proprio tutto: l’attore, il regista e lo spettatore, alleati per un’opera nient’affatto generica o accidentale. La mia vita.” (Andrea Manzi)

La scrittura è un flusso continuo (stream of counsciousness) che recupera le immagini della notte per non lasciarle andare, per evitare che si perdano, sono questi scatti che ci amano. Un flusso di coscienza liberatorio, rilevante perchè ci porta a conoscere noi stessi. Le paure della notte siamo noi di giorno (“i deliri arrivano tra le due e le tre fecondi di incubi”). Con la poesia è come con i dottori non bisogna avere segreti.

L’IO narrante è ridotto al minimo, non interviene neppure per ordinarne l’impressione. Riporta pensieri slegati tra loro, senza rapporti sintattici e senza punteggiatura.

Provo a parafrasare parte dell’opera e a riconnetterla all’indice per risalire alla sua struttura. Trovo il ripetersi almeno due volte del numero tre. Soliloquiando, Intermezzo e Soliloquianndo dopo la poesia. Il primo capitolo è il punto di partenza, rappresentato dalla morte del padre, ove tutto si spegne nelle quattro mura che hanno assistito al calvario. Il secondo capitolo è il più lungo e il più onirico e misterioso. Vede l’incontro nella città dei sogni che è sgretolata e persa  con Leda la cui sessualità è più subita che cercata dal protagonista (lei dice, ti ho aperto io la cerniera) e infine il rientro nel proprio studio-giaciglio, l’abbandono e l’immersione tra memorie.

 

Ma quali memorie ? Sono tre anche questa volta. Sono tre foto che ricompaiono tra le tante sparse sulla scrivania. Appena nato, un ritratto di lui forse preso contro il malocchio. L’ insistenza di chiedere alla madre di quanti giorni ha lui nella foto. Poi il ricordo dell’esame di diritto privato con il sudato 30 e lode preceduto da notti di intenso amore per una donna i giorni prima. La partenza per una gita di paese fotografata con l’autoscatto alla stazione, infine e verso la fine di altro viaggio, questa volta a ritroso tra le amate foto del suo PC.

“Parto dalla terza, la più recente, e risalgo alla prima.
Un bel gioco, dopo una notte insonne. In fondo, arrivare alla nascita, quindi all’origine, è un po’ come conoscere la fine e, per farlo, occorre percorrere un po’ di strada. A ritroso.”

Ancora la bramosia per sè, per capire  e per non affondare. Torna indietro a chi non sapeva di essere quando era all’origine della sua vita. Uno scatto fotografico di anni fa, come tanti, e’ l’incipit di una esistenza, una ossessione che lo accompagna. Le tre foto sono le cose che servono e che lo pensano, loro si occupano di lui. E’ il mondo di Andrea che si è capovolto.

Una vita vissuta con intensità ma non pienamente, pesano assenze essenziali al rientro, al ritorno dopo aver sperimentato.Un romanzo di formazione, dunque, come quelli di Stephen King, stoltamente definiti di horror, ove i peggiori incubi non sono altro che la dilatazione delle paure adolescenziali (come in IT).

Da altro punto di vista, vi scorgo qualcosa di più generale, un invito a non disperdere i nostri sogni, gli incubi che ci posseggono di notte e non ci lasciano che all’alba. La letteratura contemporanea è piena di esempi in tal senso ma Insonnia sta a dimostrare quanta fecondità di ispirazione la notte ci riserva, nel fluire incessante di eventi ed avvenimenti senza un ordine prestabilito ma che tutti spingono a dare un senso alla nostra vita. Chissà se un giorno i social non riusciranno a esibire il mondo dei nostri sogni, brevettandoli per poterli poi distribuire e sfruttarli economicamente. Intanto, diamo una scorsa a Insonnia, vi troveremo molto di noi anche quello che finora non abbiamo ancora capito.

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