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L’inverno demografico italiano ovvero lo tsunami d’argento

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Il 1887 in Italia è stato l’anno più fertile, con 1.184.000 nascite. Il 2021 è stato quello con la più bassa fertilità, con 400.249. La popolazione italiana nel 1890 era di 30 milioni, oggi è il doppio. Ciò dà la dimensione del fenomeno. A sinistra la foto (ricolorata) di Lewis Hine ritrae una famiglia italiana a Ellis Island a New York, 1905 circa. A destra: Samantha Cristoforetti, l’astronauta italiana che potrebbe sbarcare sulla luna. La Cristoforetti è madre di due persone.

Torniamo con un post della serie “I numeri nella storia”, con un tema molto serio, recensendo un lavoro di Michele Giocondi, scrittore, storico del costume letterario e autore di un ponderoso dizionario dei sinonimi e dei contrari della lingua italiana pubblicato da Hoepli.

Il silver tsunami

Il nostro Giocondi si cimenta, da storico naturalmente, con un argomento bollente, ma indubbiamente cruciale quando parliamo del futuro del nostro Paese.

Si tratta della questione delle nascite e del cosiddetto saldo demografico. Per dire l’importanza: il “New York Times” il 30 gennaio 2023 ha dedicato un ampio servizio del corrispondente da Roma, Jason Horowitz, al “caso demografico Italia”.

L’articolo inizia già in prima pagina con un titolo colorito “The Double Whammy Making Italy the West’s Fastest-Shrinking Nation” (Un doppio shock fa dell’Italia la nazione occidentale in più rapido declino). E nel catenaccio si spiega il senso del titolo:

«La popolazione anziana dell’Italia sta aumentando a vista d’occhio, mentre il tasso di natalità si contrae, ponendo il Paese all’avanguardia di una tendenza demografica globale che gli esperti chiamano “silver tsunami”».

Laboratorio Italia

L’Italia è un po’ il laboratorio dove si sperimentano gli effetti e le ricadute sociali di questo fenomeno globale di incanutimento.

L’ISTAT ci informa puntualmente che in Italia nel 2021 è successo questo. È 1,18 il numero medio di nascite da donne di cittadinanza italiana; 31,6 è l’età media della madre al primo parto. Ammonta a 39,9% la percentuale di nati fuori dal matrimonio. I nomi dei neonati più diffusi nel 2021 sono stati Leonardo (8.448 utilizzi); Alessandro (4.975); Tommaso (4.973) e per le neonate Sofia (5.578); Aurora (4.991); Giulia (4.616). Mario è stato scelto solo 708 volte. Michele il doppio.

In questo post il nostro Michele Giocondi racconta a grandi linee la prolificità degli italiani dall’unità a oggi.

Buona lettura!


Ottavo di venti

Ottavo di venti figli, quinto dei maschi… C’è da rimanere sbalorditi davanti a una simile notizia. Ottavo di venti figli? Come è possibile? Non sarà che ci si riferisce al mondo animale, a quello dei conigli, o dei suini, o a una favola, a una storia inventata? Al genere umano no. Impossibile! E non solo ai nostri tempi, ma nemmeno a metà Ottocento, l’epoca a cui ci riporta la notizia.

E invece si parla proprio di noi umani. Incredibile dictu, avrebbero detto i latini. In particolare della natalità di una delle famiglie sabaude più illustri e prestigiose del tempo: i Sella. Stiamo parlando di Quintino Sella, scienziato, ingegnere, matematico, umanista, alpinista, e tante altre cose, oltre che ministro delle finanze per ben tre volte.

Egli era infatti l’ottavo di 20 figli, 10 dei quali morti, e a sua volta padre di 8 figli, 6 dei quali morranno in età varie e solo due sopravviveranno.

Quintino Sella

Su di lui si sono scritti innumerevoli saggi. Il suo nome è stato preso a modello di una vita austera, rigorosa e operosa come nessun’altra. Si è sottolineata la sua continua azione in molti settori, in particolare nella politica, volta a risanare le finanze pubbliche dei suoi tempi, questione alla quale il suo nome è legato indissolubilmente.

Detto questo, col massimo rispetto per il personaggio e per la sua storia, quello che colpisce di primo acchito è la prolificità della sua famiglia di origine: mettere al mondo 20 figli!

La notizia crea indubbiamente scalpore e curiosità, specie ai nostri tempi, e induce a dare uno sguardo a quella che era la natalità all’epoca, diciamo dalla nascita del Regno d’Italia in poi. E come questa sia poi evoluta fino a oggi. Come sono strani i legami e gli intrecci mentali che suscitano a volte certe notizie!

La natalità nell’ottocento

Diciamo subito, tanto per farsi un’idea complessiva della grande questione demografica dell’Italia, che tutto è racchiuso in due date e in due numeri che sintetizzano meglio di qualunque discorso il passato e il futuro della nostra demografia: 1887 e 2021.

  • Nel 1887, con una popolazione di 31 milioni di abitanti, nacquero in Italia quasi 1.200.000 bambini, e fu l’anno di maggior natalità nell’Ottocento.
  • Nel 2021, con una popolazione di 59 milioni di abitanti, ne sono nati solo 400.249, anno di minor natalità in assoluto del nostro paese.

Come siamo arrivati a questa situazione?

La natalità nel Regno d’Italia

Durante la vita del Regno d’Italia, dal 1861 al 1946, le nascite oscillano intorno al milione di unità l’anno. Un po’ più, un po’ meno, ma sempre intorno a quella cifra. Tanto per dare qualche numero.

  • Nel primo decennio dopo l’unità, 1861-1870, nacquero mediamente 968.031 bambini l’anno;
  • Nel decennio 1881-1890 1.145.725.
  • Negli altri periodi si oscilla fra queste cifre, quasi sempre comunque sopra il milione di nati l’anno.

L’Italia repubblicana

Dalla nascita della Repubblica si comincia a scendere sotto il milione, pur con qualche oscillazione.

  • Nel decennio 1951-1960 si passa di media a 896.905 nati l’anno.
  • Nel decennio 1961-1970, si risale a 971.588.

È in questi anni, fra l’altro, che si registra anche il record di natalità nella storia repubblicana, il 1964, allorché nacquero oltre un milione di bambini, per l’esattezza 1.016.120.

Dagli anni Settanta le cose cominciano a cambiare in peggio, lentamente ma progressivamente, e le nascite calano costantemente.

  • Nel decennio 1971-1980 nascono in media 790.807 bambini l’anno.
  • Nel decennio 1981-1990 ancora di meno, 581.596.

Gli ultimi decenni

In questi ultimi decenni la natalità si colloca su un livello sempre più basso. Nel decennio 1991-2000 si registra un tasso di nascite medio di 541.316unità l’anno.

Punte estreme il 1992 con 567.841 nati e il 1996 con 528.103. Gli altri anni tutti al loro interno.

Nel periodo 2001-2010 le nascite riprendono leggermente a salire, grazie anche all’apporto delle coppie di migranti, la cui natalità è superiore a quella nostrana. In questo decennio nascono di media 556.556 bambini l’anno.

È una tendenza molto modesta di ripresa demografica, che si abbatte però in maniera netta e perentoria nel decennio successivo 20112020. In questo periodo si inizia con 546.585 nascite nel 2011 e si termina con 404.892 nel 2020. È un calo drastico che vede nel decennio una media di 477.976 nati l’anno.

Il calo davvero preoccupante si conferma anche nel 2021, allorché i nati sono solo 400.249. E alcune ipotesi, in attesa dei dati ufficiali per il 2022, parlano addirittura di soli 380.000 nascite nell’anno in corso.

La situazione demografica attuale

Come appaiono lontani i tempi di Quintino Sella! Al momento in Italia registriamo dunque meno di 400.000 nascite l’anno e oltre 600.000 decessiai quali vanno poi aggiunti quelli provocati dalla pandemia del Covid.

Con queste cifre si va poco lontano. La popolazione dell’Italia tornerebbe in pochi decenni ai livelli di mezzo secolo fa e oltre, con una percentuale di anziani sui giovani sempre più consistente.

Meno nascite significa meno popolazione, in futuro meno lavoratori, meno fatturato, meno sviluppo, meno contribuenti, meno risorse per assicurare un welfare degno di questo nome a una popolazione sempre più vecchia. Insomma più problemi in ogni settore!

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