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Tafazzi e il BTP Italia

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Il titolo de l’Avvenire.it del 14 settembre è emblematico di quel che è accaduto ieri con il pagamento della prima cedola del BTP Italia emesso a marzo di quest’anno con scadenza il 2028 e che raccolse presso i piccoli risparmiatori quasi 10 miliardi di euro. Il quotidiano così chiosa la giornata di ieri con molta efficacia “E c’è qualche sorpresa, non proprio allettante. A fronte infatti di una campagna mediatica che parlava di “corsa ai bond per le famiglie con un rendimento totale che parte dal 7-8%” (titolo in prima pagina di un noto quotidiano di economia del 4 marzo) il BTp Italia del 14 marzo indicizzato all’inflazione pagherà oggi una cedola semestrale lorda dell’1,342%.”

 

in effetti chi si aspettava un rendimento più elevato si augurava alla scorta di Tafazzi una elevata inflazione in Italia quando invece per fortuna è in lenta e costante diminuzione.

Leggiamo cosa scriveva in marzo il prof. Beppe Scienza sul suo blog Il risparmio tradito:

“Mica sono perfetti i titoli reali, cioè agganciati al costo della vita. In particolare presentano meccanismi alquanto complicati. Ma investire in Btp Italia, i Btp-i, le Oat-ei ecc. è una scelta prudente, anche senza capire perfettamente come funzionano. Un breve video, tratto da un webinar dell’Università di Torino, offre alcuni approfondimenti. E chi vuole, può cimentarsi con un quiz.

Ma torniamo alla campagna di disinformazione contro i Btp Italia. Per cominciare, hanno riesumato la storiella che pagheranno solo l’interesse minimo, se l’inflazione scende. Frottole! I Btp Italia corrispondono tutta l’inflazione dall’emissione al rimborso, comunque essa si muova.

Banche e Poste avvertono poi amorevolmente i clienti che essa sta scendendo e quindi tali titoli potrebbero non convenire. Ma quello che conta è il rendimento reale, non quello nominale. Ed esso varia poco al crescere o calare dell’inflazione. Anzi, in caso di discesa aumenta un po’ per motivi fiscali; e cresce se l’inflazione torna negativa.

Con un taglio diverso, ma molto gradita al risparmio gestito e a Confindustria, è la tesi che siano meglio le azioni per tutelare il poter d’acquisto. Vedi cosa scrive il giornalista Ferruccio de Bortoli sul Corriere della Sera. Prendendo a riferimento la copertura non perfetta dell’inflazione di un titolo, sconsiglia ai lettori di sottoscrivere i Btp Italia. “Se il risparmiatore, negli stessi otto [ultimi] anni, avesse investito sull’indice azionario globale (Msci World), al contrario si sarebbe largamente difeso dall’aumento dei prezzi” (L’Economia, 27-2-2023 p. 3). Ma sette degli ultimi otto anni sono stati di inflazione bassa o negativa. Che le Borse siano salite non significa nulla, per chi vuole una difesa dalle impennate dei prezzi.”

Con un pò di pazienza guardiamo anche l’informazione per così dire legale dell’emittente e di Bankitalia per verificare la natura di questi titoli che hanno avuto gran fortuna negli ultimi tempi presso i risparmiatori. Esemplare è il sito del Dipartimento del Tesoro, sezione dedicata al BTP Italia ove sono riportati degli esempi su come si calcola il valore della cedola. Consiglio vivamente di dedicarci un pò di attenzione per rendersi conto di questi meccanismi un pò complicati ma chiari. Informazioni sul valore della cedola per le varie emissioni di BTP Italia sono reperibili in questa basilare tabella di Bankitalia ove si possono verificare come cambiano le cedole nel tempo per effetto dell’inflazione e spesso in modo drastico come negli ultimi mesi con buona pace di Tafazzi.



In realtà, il prodotto finanziario è pensato per mettere al riparo i nostri risparmi dall’inflazione con una cedola che aggiunge un rendimento reale positivo al capitale rivalutato per l’inflazione del periodo. In più se tenuto fino a scadenza è riconosciuto un premio fedeltà di quasi un punto percentuale. Dunque è anche un meccanismo di natura assicurativa che elimina il problema di cercare ogni volta il prodotto finanziario che meglio ci aggrada, andando appresso al canto delle sirene, come si è visto in questo breve articolo.

Ed oggi il nostro caro Tafazzi presterà attenzione ai dati preliminari diffusi dall’ISTAT sull’inflazione a settembre 2023. Good Times, Bad Times.

 

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1 COMMENT

  1. Un articolo chiarificatore per i tanti che discettano non sempre disinteressati su questioni finanziarie, con distorsione dei fatti. Tra essi spiccano i grandi soloni della stampa nazionale, i quali magari il giorno dopo si strappano le vesti per la poca educazione finanziaria degli italiani.

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