Home Imprese&Lavoro Alberto Valese, maestro ebrù in Venezia ora in una mostra postuma

Alberto Valese, maestro ebrù in Venezia ora in una mostra postuma

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Venerdì 16 febbraio 2024 si è inaugurata allo Spazio SV – Centro espositivo San Vidal a Venezia, la mostra retrospettiva Alchimie su carta. Omaggio al maestro Alberto Valese, a cura di Silvia Previti. Si potrà vedere fino al 24 marzo con ingresso libero.La mostra gli rende omaggio in modo accurato e formativo sul suo originale e per certi versi unico mondo artistico: le fantasie cromatiche sulla carta marmorizzata, i disegni ebru’, le sculture minimaliste. E su tutto l’amore per la sua città e la capacità di resistere alle trasformazioni imposte da un turismo congestionato e senza regole.

Qui il ricordo che pubblicammo alla notizia della sua prematura scomparsa nel giugno 2022.

Dal Corriere del Veneto del 20 giugno 2022 in memoria di uno straordinario artista veneziano e di una persona buona e gentile, Alberto Valese.

“La sua carta marmorizzata è conosciuta in tutto il mondo ed era l’unico maestro ebrù, dalle origini non turche. Un artigiano-artista d’altri tempi, che aveva girato il mondo e che però ha sempre tenuto il suo laboratorio e la sua casa a Venezia. Nella notte tra venerdì e sabato, a 71 anni, è morto, ucciso da un male incurabile, Alberto Valese, l’uomo che ha portato l’arte della marmorizzazione in città. Con un negozio in campo Santo Stefano (il primo che aprì era a San Samuele) e il laboratorio a San Francesco della Vigna, tra rotoloni di carta pregiata impilati e spruzzi di colore sui mattoni a vista: qui nascevano le sue creazioni apprezzate e ammirate su scala internazionale. A dicembre Valese aveva annunciato l’imminente chiusura, con il nuovo anno, del negozio. La malattia non gli permetteva più di lavorare come un tempo. Ieri la notizia della sua morte. «La nostra città perde un grande artista e un maestro, un uomo gentile, umile e generoso — il cordoglio di tanti ieri sui social network — Valese aveva riportato dall’oblio un antico modo di dipingere la carta, disponeva i colori sull’acqua e restavano impressi sui fogli creando composizioni stupefacenti». Profondo amante della sua città e del suo lavoro. Nei primi anni Settanta, quando collaborava con la Scuola grafica di Venezia, i primi studi da autodidatta sulla marmorizzazione, quindi il primo viaggio a Istanbul e l’apertura dello studio a San Samuele. Negli anni Ottanta e Novanta le mostre in Europa e in Italia, le pubblicazioni, i workshop e le collaborazioni internazionali. Nel 2019 la sua ultima esposizione al Castello del Buonconsiglio a Trento, «Colori fluttuanti». Quindi la malattia. (g. b.)”

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