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Pagamenti europei: avrà successo una strategia di indipendenza fatta di pezzi?

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Il cambiavalute e sua moglie Marinus van Reymerswaele (Reimerswaal, 1490 circa – Goes, 1546 circa)

A distanza di dieci anni dalla creazione della Single European Payment Area (Sepa), l’Europa, che pure rappresenta un mercato di 500 milioni di persone ad elevato reddito pro-capite, mantiene una dipendenza rilevante dalla industria dei pagamenti USA, dominata dalle catene Visa e Mastercard e dalle nuove grandi piattaforme di e-commerce, intente alla creazione di propri circuiti monetari (PayPal, Apple, Google, Amazon, Meta).

Ai servizi di pagamento è da aggiungere il peso che le maggiori tra di esse vanno assumendo come infrastrutture di archiviazione di dati, dei quali i pagamenti sono una fonte inesauribile di alimentazione.

D’altro canto a nessuno sfugge che la concorrenza tra sistemi monetari e strumenti di pagamento sia una delle grandi sfide mondiali. Altri paesi come India (con Rupay), Brasile (con Pix), per non dire della Cina (con Alipay, Wechat e infrastrutture come Tencent) stanno massicciamente entrando in campo, mentre il peso del dollaro nel commercio internazionale si va riducendo a vantaggio di renminbi, rupia, rublo, rial e rand.

E’ in discussione anche il mantenimento della sovranità monetaria e della politica monetaria delle banche centrali che vedono la crescita delle monete private dei cosiddetti walled gardens e delle criptovalute. Le monete fiat in versione digitale sono il tentativo di mantenere alla moneta pubblica il primato della diffusione e del suo governo.

Oggi la guerra al contante che sembrava l’obiettivo primario,  sfuma nel confronto con le battaglie tra le nuove forze in campo. Il contante, pur essendo ancora il mezzo prevalente, sta perdendo rapidamente peso a vantaggio delle transazioni a mezzo carte e e-money.

La ragione di questa debolezza europea è la frammentazione dei mercati nazionali e l’assenza di una strategia unitaria per esercitare una effettiva concorrenza verso il predominio dei grandi operatori americani, superando anche le resistenze al cambiamento del sistema finanziario e bancario tradizionale.

Si va così avanti a pezzi con una serie di iniziative che originano per lo più dalla regolamentazione. Panagjiotis Kriaris che realizza sempre utili sintesi degli progressi nella industria dei pagamenti sostiene in ogni caso che le direttrici per l’indipendenza strategica europea non sono mai state così avanzate, anche se i risultati si vedranno via via.

Vediamo almeno di elencarle, con brevi nostre considerazioni.

1. La European Payments Initiative (EPI), rappresenta il tentativo europeo di costruire un sistema di pagamenti digitali istantanei. Ha di recente acquisito iDEAL and Payconiq per creare un wallet digitale integrato, connettendosi e sostituendosi a soluzioni locali per competere con Visa e Mastercard.

2. La nuova regolamentazione dei pagamenti istantanei compie un’opera di standardizzazione, con la obbligatorietà per le banche di fornire servizi di questo tipo, allo scopo di ottimizzare incassi e pagamenti, liberando risorse liquide presso le imprese.

3. Da quest’anno, è in vigore la regolamentazione europea sui wallet con identità digitale (EUDIW) che faranno crescere i pagamenti digitali grazie alla standardizzazione e alla abilitazione della autenticazione e della identificazione degli utenti.

4. L’euro digitale procede nella fase di progettazione. Sarà moneta elettronica emessa dalla Banca Centrale Europea, resa accessibile dall’utente via banche commerciali e si affiancherà alle banconote.

5. La PSD2 sarà sostituita dalla terza direttiva sui pagamenti (PSD3) che sarà supportata dal Regolamento sui servizi di pagamento (PSR). Queste innovazioni normative miglioreranno l’Open Banking, che ancora stenta ad affermarsi, la concorrenza e le aggregazioni tra istituti di moneta elettronica e di pagamento, contribuendo alla sicurezza, alla velocità e alla definitività delle transazioni. 

6. La direttiva sull’accesso ai dati finanziari (FIDA) introduce la novità del controllo dei dati finanziari da parte dell’utente e   l’ingresso dei soggetti di terza parte anche in questo settore di attività per lo sviluppo di nuovi servizi, consentendo il passaggio dall’open banking all’open finance.

7. Mediante la SEPA Payment Account Access, l’Europa sta costruendo uno schema per l’Open Banking, che è un requisito affinché esso possa competere con le carte di credito, attraverso i pagamenti A2A.

8. L’entrata in vigore nel 2023 del Regolamento europeo MiCAR (Market in Crypto-Assets Regulation), volto ad introdurre una regolamentazione organica per l’emissione e l’intermediazione dei c.d. “crypto-asset”, introduce presidi volti a mitigare i rischi per gli investitori e per la stabilità del sistema finanziario.

9. Il DORA (Digital Operational Resilience Act) mira a promuovere la resilienza informatica nell’ecosistema dei servizi finanziari, aiutando le banche, il settore finanziario e i sistemi finanziari a rispondere ai problemi di cybersicurezza.

Tra tutte queste iniziative possiamo trovare importanti punti di contatto e di intersezione, ma questi punti saranno sufficienti ad assicurarne il successo finale, in luogo di una strategia unitaria, visibile e dichiarata ai mercati? Sarà sufficiente un’azione che punta su singoli aspetti del problema per fornire ai mercati le linee guida, avendo un obiettivo di tanto ampio respiro come la creazione di strumenti di pagamento paneuropei? Il filo rosso della direzione da coltivare è ben visibile?

Non resta che attendere, non senza insistere su tre aspetti che appaiono essenziali.

Il primo è una effettiva concorrenza tra intermediari tradizionali, segnatamente le grandi banche commerciali, e i nuovi operatori (challenger banks, Payment istitutions, operatori del Fintech, piattaforme di sistema create da istituzioni pubbliche e private), nuovi processi ad es. di orchestrazione dei pagamenti), previo riconoscimento dei fabbisogni dell’economia e segnatamente delle imprese. Sopratutto nel settore delle pmi, permangono sostanziali inefficienze nel governo dei flussi di incasso e pagamento che impattano sulla liquidità d’impresa, offrendo un campo sterminato di applicazioni Fintech e di servitizzazione (Bank as a service, Bank as a platform e così via).

Il secondo risiede in una efficace politica di educazione del consumatore, per una consapevole scelta tra le varie opzioni di pagamento a disposizione, in ragione di sicurezza, velocità ed economicità delle transazioni. Una maggiore trasparenza crea anche i presupposti per contenere mode effimere, che spesso si traducono in fallimenti del mercato, frodi comprese.

Lo sforzo, infine, di mostrare costantemente la visione che guida le varie iniziative europee, contribuendo alla composizione di una quadro unitario, richiede anche modalità di comunicazione che facciano chiaramente intendere agli operatori gli obiettivi intermedi, la valenza delle infrastrutture messe in campo e le innovazioni da recepire, oltre che una chiara politica, volta a scoraggiare comportamenti che vi si oppongono, giusta il mantenimento di posizioni di rendita.

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1 COMMENT

  1. E pensare che negli anni novanta era oggetto di rilievo ispettivo l’utilizzo degli assegni interni perche’ andavano ad evadere il relativo bollo. Erano severamente vietati anche sistemi di pagamento non autorizzati dalla vigilanza. Era anche il tempo della ROB, atta a moderare la moltiplicazione del credito, oltre che costituire garanzia di pagamento per l’intero comparto bancario. E c’era anche la famosa Stanza di Compensazione, presso le Filiali di Banca d’Italia, atta allo scambio dei recapiti e che determinavano riversamenti di eccessi di raccolta delle piccole isituzioni locali verso le grandi Banche. Sono passati circa trent’anni e tutto e’ cambiato, stravolto. Con rischi e default sempre piu’ probabili in un sistema, certamente maggiormente fluido ed efficiente, ma dalle maglie sempre piu’ larghe. E’ il progresso bellezza. Come consigliava quello, conviene camminare rasenti con le spalle al muro e sperare sempre che ci vada bene.

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