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Sant’Andrea ad Amalfi e l’eco dell’Ortodossia Russa nel cuore della Costiera

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Nel 2025, la tensione tra Oriente e Occidente non è più solo una questione di confini geopolitici, ma anche di identità spirituale. Mentre l’Europa cerca un equilibrio tra secolarizzazione e radici cristiane, la Russia afferma con sempre maggior forza la propria vocazione come Santa Madre e Terza Roma. In questo scenario, antichi luoghi come la Cattedrale di Sant’Andrea ad Amalfi e la chiesa di San Salvatore de’ Birecto ad Atrani si rivelano custodi silenziosi di una storia condivisa, di un’eredità cristiana che precede lo scisma tra le Chiese d’Oriente e d’Occidente del 1054 e parla ancora oggi, sotto forma di pellegrinaggi, iconografie, liturgie e presenze simboliche.

Sant’Andrea e la “Terza Roma”

La figura dell’apostolo Andrea, il Protokletos, il Primo Chiamato, è centrale nella visione ortodossa russa. Secondo la tradizione di Nestor, Andrea avrebbe attraversato il Mar Nero e raggiunto le colline dove sarebbe sorta Kiev, piantando una croce e profetizzando la nascita di un grande popolo cristiano. Per la Chiesa ortodossa russa, Andrea è quindi il fondatore spirituale cristiano non solo di Costantinopoli ma anche della Rus’ di Kiev, culla della civiltà slavo-cristiana.

La Costiera amalfitana

Incastonata tra mare e roccia, la Costiera Amalfitana è uno scrigno di bellezza naturale, ma è anche un luogo denso di mistero e spiritualità. Le sue chiese raccontano una storia che intreccia Oriente e Occidente, Roma e Costantinopoli, Cattolicesimo e Ortodossia. Due luoghi in particolare conservano le tracce visibili e meno visibili di questa convergenza: la Cattedrale di Sant’Andrea ad Amalfi e la piccola ma potentissima chiesa di San Salvatore de’ Birecto ad Atrani, che risalgono al nono secolo. In questi luoghi si respira una spiritualità profonda, dove la presenza dell’apostolo Andrea, fratello di Pietro e primo chiamato tra i Dodici, funge da ponte spirituale tra le due grandi Chiese.

Sant’Andrea è una figura centrale per entrambe. Fu discepolo di Giovanni il Battista, il primo a seguire Cristo. Andrea è anche il fondatore spirituale del Patriarcato di Costantinopoli: secondo la tradizione bizantina, fu lui a evangelizzare le terre del Ponto e della Scizia, cioè l’attuale Ucraina e la Russia meridionale. La sua figura è, quindi, un simbolo della Chiesa indivisa, prima dello scisma del 1054 della chiesa orientale dalla chiesa di Roma, nel quale la questione più spinosa era il ruolo del Vescovo di Roma, cioè del Papa. L’Occidente affermava il primato universale del Papa come successore di Pietro, con giurisdizione su tutta la Chiesa. L’Oriente accettava un primato d’onore per il Papa, ma non un’autorità giuridica su Costantinopoli e sulle altre sedi patriarcali che erano Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. L’Occidente sviluppò il Cattolicesimo romano, accentuando la centralità papale, fino a che Papa Leone IX scomunicò il Patriarca d’Oriente. L’Oriente a sua volta si definì come Chiesa Ortodossa, fedele alla vera tradizione conciliare e apostolica delle origini.

La Cattedrale di Amalfi e la Cripta dell’Oriente

La Cattedrale di Sant’Andrea ad Amalfi, dedicata proprio all’apostolo, custodisce le sue reliquie, arrivate nel 1208 da Costantinopoli, a seguito della Quarta Crociata nella quale le Repubbliche marinare, invece che all’impresa della conquista della Terra Santa si rivolsero al saccheggio della capitale dell’Impero Romano d’Oriente. Ma più che il fatto storico, è il significato simbolico della traslazione che affascina: la presenza del corpo di Andrea ad Amalfi segna un punto di convergenza tra la spiritualità orientale e quella occidentale. Amalfi, allora potente repubblica marinara era il ponte tra i due mondi, mediatrice anche nel Sacro.

Nella cripta restaurata al tempo del Barocco, sottostante la cattedrale romanica, è custodita l’urna con le reliquie dell’apostolo. Ma ciò che colpisce sono anche altri simboli, come la “manna” di Sant’Andrea, un liquido che trasuda dalle sue ossa e che viene raccolto ogni anno, simbolo di grazia mistica e presenza vivente del santo. Questo fenomeno ha paralleli nella tradizione orientale, dove le reliquie si associano alla “mirra” che nel linguaggio teologico ortodosso e’ il “fuoco spirituale liquido”, che rappresenta la discesa dello Spirito Santo, segno della santità viva, oltre la morte.

All’interno della cripta si avverte una devozione ortodossa, in particolare russa. Icone portate da pellegrini, preghiere davanti alla statua lignea del santo, manifestano una liturgia silenziosa, ma intensa che si inserisce in uno spazio cattolico, creando un interspazio spirituale. Lì, tra mosaici e candelabri, si realizza quasi una “liturgia dell’invisibile”, dove il confine tra le Chiese si dissolve nel culto del santo comune.

San Salvatore de’ Birecto: la chiesa dei segreti di Atrani

A pochi passi da Amalfi, il piccolo borgo di Atrani si erge la misteriosa chiesa di San Salvatore de’ Birecto. Costruita tra IX e X secolo, fu sede dell’incoronazione dei Dogi di Amalfi e cuore dello spirito civico e politico dell’antica repubblica. Il nome “de’ Birecto” rimanda al berretto, simbolo del potere e della consacrazione, suggerendo una connessione rituale tra il potere temporale e quello spirituale.

Ma è nelle sue proporzioni geometriche e nella sua struttura a pianta centrale che San Salvatore rivela un significato esoterico profondo. L’edificio sembra costruito secondo canoni simbolici: il quadrato della terra e il cerchio del cielo si incontrano nella cupola, richiamando la Gerusalemme Celeste e l’armonia delle sfere, come nelle concezioni neoplatoniche e nella cosmologia bizantina.

Anche qui si avverte la presenza dell’Oriente cristiano. Recentemente, la Chiesa è tornata a essere punto di riferimento per la comunità ortodossa, soprattutto nei periodi delle grandi festività. La sua dimensione raccolta la rende adatta alla liturgia orientale, fatta di canti, icone, incenso, e silenzi che risuonano come preghiera. È un luogo in cui la storia si apre all’eterno e la liturgia diventa ancora ponte.

Chi visita questi luoghi non può essere solo un affannato e superficiale turista, ma anche un pellegrino che si interroga sul mondo che lo circonda. L’anima sensibile avvertirà, tra i vicoli e le navate, una chiamata antica. Forse è proprio la voce di Sant’Andrea, il primo chiamato, che prova a sussurrare ai cuori in cerca di verità. Il ritorno ai nostri giorni ci fa fare altre osservazioni, ma soprattutto ci induce ad auspici di avvicinamento tra le due anime religiose del Cristianesimo, dai quali immaginare contributi effettivi alla pacificazione nella guerra che martirizza la terra evangelizzata da Andrea. Ma è forse chiedere troppo alla volontà degli uomini, i cui odi profondi agiscono come forza del male che continua a prevalere. Aspettare ancora rischia di farci arrivare troppo tardi alla soluzione. E questo è un fatto, più che una suggestione.

Icona Russa della Madre di Cristo,custodita nella Cripta della cattedrale di Sant’Andrea ad Amalfi, che invoca il silenzio, parafrastico invito alla Pace

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