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Appello per l’Educazione finanziaria Parte seconda

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Come messo in evidenza nel precedente articolo su questa piattaforma dal titolo Educazione finanziaria, non serve educare ma informare l’aspetto fondante di ogni progetto di Educazione finanziaria dovrebbe essere la diffusione di informazione critica, obiettivo che evita da un lato un asettico nozionismo di natura definitoria, dall’altro un’informazione compiacente, proveniente da soggetti interessati al collocamento di propri prodotti e servizi.

Oltre a seguire le linee di politica che faranno capo al Comitato nazionale per l’educazione finanziaria, previdenziale e assicurativo, gli spazi per queste iniziative si giustificano con la capacità di conferire ricchezza di obiettivi pragmatici per orientare le scelte consapevoli del risparmiatore. L’irrinunciabile ruolo delle istituzioni sarà la garanzia per una direttrice di neutralità e di massima attenzione al consumatore. http://www.ecb.europa.eu/ecb/educational/html/index.it.html

Tralasciando la già monumentale letteratura in materia che abbraccia molto del sapere umano, dall’economia alla sociologia, dalla psicologia comportamentale alle tecniche matematico-finanziarie, un programma di orientamento per il risparmiatore deve seguire un format con una ben precisa linea didattica, tagliata sul destinatario, per essere utile agli studenti, a quelle parti della popolazione adulta rimasta esclusa dai servizi bancari di base o a quei cittadini che si vantano addirittura di essere ignoranti di cose finanziarie, delegando ad altri le scelte.

Programmi adeguati vanno diretti anche ai dipendenti delle banche e agli incaricati del collocamento dei prodotti finanziari e perché no? anche a chi ha compiti dirigenziali giacché un aspetto essenziale della governance bancaria e finanziaria di oggi è quello dell’agire informati. 

È importante tenere presente che l’arricchimento delle conoscenze degli utenti finali è di interesse anche per chi si occupa di risk and compliance nelle banche, analizzando e monitorando la qualità dei servizi offerti alla clientela e i relativi rischi.

Infatti le crisi scoppiate di recente in Italia hanno drammaticamente posto all’attenzione dei manager e dei controllori la dimensione raggiunta dai rischi legali che banche in default sono chiamate a fronteggiare a causa delle azioni legali esperibili dai clienti. Dai bilanci di queste banche si evince che gli accantonamenti prudenziali per tali rischi sono pari a diversi miliardi di euro, contribuendo a peggiorare non poco i già deboli profili di reddito. 

I pilastri di una buona educazione finanziaria sono:

a) le conoscenze di prodotti di base, come illustra su questo video uno dei cofondatori della nostra piattaforma nel corso di un evento organizzato dal sindacato nazionale dei bancari FISAC in collaborazione con l’Universita’ Roma 3. https://youtu.be/JQXSVRG6QpY

b) lo sviluppo di modalità di confronto tra prodotti simili, in termini di funzionalità, di sicurezza e di prezzi, 

c) maggiori informazioni sui i comportamenti più o meno rischiosi degli intermediari. 

Quanto ai contenuti, mutuando dai tre segmenti di attività di una azienda di credito, distinguiamo tra: servizi di pagamento, bancari e finanziari. 

Questa è la cornice entro cui calare di volta in volta questioni specifiche quali

  1. come liberarsi dal contante; 
  2. come scegliere il conto più adatto alle proprie esigenze https://www.economiaefinanzaverde.it/2018/05/20/saperne-di-piu-sul-conto-di-pagamento/
  3. come liberarsi di prodotti obsoleti o non standard secondo la classificazione SEPA, come i bollettini postali; 
  4. che senso ha detenere i soldi in banca con tassi di interesse pressoche’ negativi;
  5. come investire i propri risparmi in prodotti a rischio bail in; 
  6. saperne di più su fintech e pagamenti istantanei, novità che cambieranno le nostre abitudini https://www.economiaefinanzaverde.it/2018/06/08/saperne-di-piu-su-i-pagamenti-istantanei/
  7. quale banca scegliere, in base a indicatori di robustezza: conosciamo il Texas ratio?
  8. il significato da dare alla relazione rischio rendimento a fronte di asimmetrie informative prodotte ad arte e ai conflitti di interesse degli intermediari;
  9. la diffusione di informazioni sulle truffe finanziarie all’estero e in Italia;
  10. ci possiamo fidare di chi controlla oppure prevale la cattura del regolatore;
  11. quale tutela è più efficace per i consumatori, legale o preventiva;
  12. i fondi di garanzia dei depositi: quale sarà il loro ruolo in futuro;
  13. come si incentiva una maggiore cultura finanziaria avvicinandosi a opere letterarie, artistiche, filosofiche, cinematografiche che trattano argomenti finanziari.

Una questione della massima attualità riguarda la forte spinta alla tariffazione di servizi bancari convenzionali e anche di quelli digitalizzati, alla quale le banche affidano in questo periodo un importante ruolo di sostegno del loro conto economico. Il risparmiatore dovrebbe trovare adeguati incentivi per accedere ai servizi moderni a prezzi bassi e decrescenti, per godere dei benefici della informatizzazione.

Crediamo fermamente che sugli argomenti avanti elencati – che continueremo a sviluppare su questa piattaforma con brevi articoli  – possa attuarsi una proficua dialettica con il risparmiatore su ciò che veramente conta oggi per stare tranquilli nel mondo della finanza e della banca. 

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