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Sardine in…fotografia

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Nel pomeriggio del 14 dicembre mi sono ritrovato anch’io in mezzo alle “sardine”, raccolte nel primo raduno nazionale in Piazza San Giovanni a Roma.

L’entusiasmo in città era diffuso e si avvertiva. Ad esempio, già nell’approssimarsi all’appuntamento, una signora diversamente giovane si accompagnava in metro con un’amica ottuagenaria arzilla e attivissima nel dialogo e anche lei ansiosa di scendere in piazza. Le teste grigie erano tante!

Arrivato sul luogo, indubbiamente lo spettacolo della folla che aveva aderito al richiamo era notevole e posso testimoniare che l’assembramento superava ampiamente le molte decine di migliaia di unità.
L’aria festosa faceva inoltre rivivere momenti di quell’attivismo partecipativo da tempo scomparso.

Il pubblico, composito e festoso, trasmetteva una sensazione di freschezza. Ai tanti giovani “acqua e sapone” che si erano dati appuntamento si univano famiglie intere, ma erano anche tanti e evidenti i capannelli dei nostalgici delusi, appartenuti a una sinistra ormai smarrita.

Tutti avevano comunque rispettato le consegne di non esporre cartelli di appartenenza politica, con l’ eccezione, ma davano più l’idea di goliardia, di alcune prese in giro per militanti leghisti e per il suo maggiore esponente.

La semplicità dei sei punti declinati dai leader intervenuti e la poca enfatizzazione dell’impegno organizzativo costituiva prova evidente della genuinità delle tante “sardine” affluite in maniera spontanea.

Era percepibile il bisogno di aria nuova tra i tanti partecipanti, stanchi dalle perenni polemiche politiche divisive, per molti ormai diventate incomprensibili e quindi insopportabili.

Nella circostanza ho potuto focalizzarmi su alcune differenze con precedenti iniziative popolari, quali primarie o girotondi, in cui era palese un’atmosfera di circoli o sezioni di partito.

In questo raduno romano ho semplicemente visto un nugolo di persone deluse e disilluse, ma ancora vivamente desiderose di una politica con la p maiuscola, senza demagogie, protagonismi e personalismi. Vale a dire desiderose di un’amministrazione della Polis rivolta ai bisogni della gente, a prescindere da schieramenti e specifiche appartenenze.

Al di là di come potrebbe evolversi questa nuova avventura, rimane da considerare positivamente la possibilità che fra le sardine possano esserci – anche in parte – soggetti che si erano ormai da tempo astenuti dal voto.

È un aspetto non secondario per rendere almeno aleatori i continui sondaggi, che alla fine della fiera tendono a influenzare sostanzialmente i più insicuri, orientandoli verso il carro di potenziali future maggioranze.

Ben venga quindi “il pallone” di De Andre’ non costituito questa volta da “acciughe”, ma da “sardine” che, con la loro tecnica difensiva di gruppo, possono mettere in campo efficaci forme di autodifesa per proteggersi dagli eterni predatori, che incombono, in ogni luogo e in ogni tempo.

Poi mi ricordo che non sono opinionista politico, ma fotografo.

Così, mediante il link sottostante che propone un video e altre mie foto potrete avere un’idea più precisa dell’atmosfera che ho vissuto: https://youtu.be/Hak3MHNb41o

Buona luce a tutti!

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