Anche in epoca Covid nessuno rinuncia ai convegni e alle profezie sul futuro. E’ quasi un diluvio da Nord a Sud. C’è tanto da parlare e discutere, formulare piani di rilancio, analizzare impietosamente lo stato dell’economia, rimbrottare i giovani che hanno poca voglia di studiare. Una quantità enorme di parole che ci confonde. In più, assistiamo al solito teatrino della politica che si arricchisce in questi giorni della chiamata in servizio di SuperMario Draghi. Ed allora abbondano le polpette avvelenate, le trappole e i messaggi subliminali. Il Presidente Conte ha chiarito che lo voleva a Bruxelles in qualità di  Presidente della Commissione Europea e che lui ha declinato per stanchezza. Pare però che non avesse il supporto della Francia e soprattutto della Germania. In effetti i tedeschi non amano molto il padre della politica monetaria non convenzionale che ha inondato di liquidità i mercati portando i tassi di interesse in territorio negativo in molti paesi di Eurolandia.

Tra i tanti che hanno preso la parola per raccontarci qualcosa di utile, vorrei ricordare il Vice Presidente della Banca Europea per gli Investimenti, Domenico Scannapieco. Egli ha offerto il punto di vista dell’istituzione che rappresenta, cosa rara oggigiorno. Opinione qualificata e di grande rilevanza perchè la BEI è un organismo finanziario che opera sui mercati a vantaggio degli Stati europei.

La BEI assume prestiti sui mercati dei capitali e eroga prestiti a condizioni favorevoli per progetti che sostengono obiettivi dell’UE. Circa il 90 % dei prestiti viene erogato all’interno dell’Europa. Il denaro non proviene dal bilancio dell’UE. I 27 paesi dell’Unione Europea sono azionisti della BEI.

La BEI fornisce tre tipi principali di prodotti:

  • prestiti, che costituiscono circa il 90% dei suoi impegni finanziari complessivi. La banca presta a clienti di tutte le dimensioni per sostenere la crescita e l’occupazione, contribuendo spesso in tal modo ad attirare altri investitori
  • “blending”, che consente ai clienti di combinare i finanziamenti della BEI con ulteriori investimenti
  • consulenza e assistenza tecnica, per massimizzare il rendimento dei fondi.

La BEI eroga i prestiti superiori ai 25 milioni di euro direttamente. Per prestiti più esigui apre linee di credito per istituti finanziari che a loro volta concedono fondi ai richiedenti.

Svolge dunque una funzione cruciale che diventa ancor più necessaria nel tempo della ricostruzione causa pandemia. Vediamo il ragionamento del dr. Scannapieco, rinviando alle sue slide per ulteriori aspetti ugualmente meritevoli di attenzione.La sua relazione è stata presentata alle Commissioni Bilancio e Politiche UE di Camera e Senato a Roma lo scorso primo settembre  nell’ambito della Individuazione delle priorità nell’utilizzo del Recovery Fund.

Cosa sta accadendo

L’economia della UE accusa la crisi di domanda provocata dal Covid-19. Si tratta di una crisi diversa dalla precedente crisi di liquidità. Essa si inserisce nel delicato contesto dell’Eurozona, che cerca di recuperare competitività a livello globale nei settori più strategici, promuovendo al contempo un nuovo modello di business «amico del clima».All’interno dell’UE, l’Italia è fanalino di coda per crescita del PIL e il PIL non regge il passo del debito pubblico, che penalizza il Paese con un merito di credito a un gradino da junk («spazzatura»).
Occorre quindi sviluppare rapidamente una politica trasparente di investimenti mirati alla crescita sostenibile, accompagnata da riforme e basata su una forte discontinuità nelle procedure rispetto al passato.

Il peso del passato

Negli ultimi 25 anni l’Italia non ha mai superato il 2% di crescita annua, dal 2000 al 2019 l’Italia ha avuto una crescita media dello 0,4%.Pertanto, mentre dal 2000 il PIL francese è aumentato del 32%, quello tedesco del 30,6%, quello spagnolo del 43,4% e quello medio UE (senza l’Italia) del 40,7%, il PIL italiano è cresciuto solo del 7,7%.

Esiste un tetto alla crescita legato a:

‒ incertezza politica e normativa
‒ qualità dell’azione della PA
‒ aspetti demografici
‒ modello di sviluppo, in termini di capitale umano, dimensione d’impresa e specializzazione tecnica.

Nella prima metà del 2020 il rapporto debito/PIL italiano è cresciuto da 134% a quasi 160%. Tale livello è il più alto nella UE dopo la Grecia, ben al di sopra della media del 102% dell’Eurozona.

I rischi

I rischi legati all’economia italiana attengono alla crescita nominale.Partendo da un’ipotesi di rapporto debito/PIL al 157% nel 2020, Oxford Economics ha calcolato che cosa servirebbe per innescare una traiettoria discendente di tale rapporto.
Se la crescita del Pil nominale dal 2021 al 2025 fosse dell’1% annuo, servirebbe un avanzo primario del 3% per ridurre il debito di appena il 3%. Con una crescita al 2% e un avanzo primario del 2%, il debito scenderebbe del 6%. Uno sforzo significativo per un risultato debole.

Che fare ?

È necessario agire adesso per la crescita. Tassi di interesse bassi, associati a una scadenza del debito relativamente lunga, non mettono in pericolo le dinamiche del debito nel breve termine. Il Recovery Fund offre un’opportunità fondamentale per accelerare sulla crescita.

E’ importante che queste risorse siano canalizzate nel modo giusto, con un forte coordinamento centrale, anche mediante apposite strutture con adeguati poteri. L’implementazione, in alcuni settori, potrà essere delegata a livello regionale o locale. Questo processo deve essere sostenuto da riforme volte a riportare l’Italia sulla strada di una crescita più robusta.

Gli interventi BEI in Italia

Tra marzo e luglio la risposta immediata della BEI in Italia è stata pari a 6,5 miliardi di euro. Essi sono stati così suddivisi.

Sostegno al settore sanitario: 2 miliardi per investimenti nel settore sanitario ospedaliero e domiciliare italiano (8.000 posti in terapia intensiva o sub-intensiva, adeguamento di 651 pronto soccorso, 9.600 posti aggiuntivi per il personale sanitario).
Top-up: possibilità di aumentare i finanziamenti già in essere dal 50% al 90% del costo totale di progetto 3,3 miliardi a 13.500 PMI e Midcap in partnership con sei banche italiane e CDP.
Moratoria: sospensione temporanea del rimborso dei prestiti (es. Comuni di Bologna, Firenze, Milano, Roma e Venezia).
Finanziamenti territoriali: 700 milioni per i piani pluriennali delle Regioni.
A Firenze la BEI ha fornito assistenza tecnica per la creazione di un sistema di parchi nei pressi dei bacini fluviali che in caso di alluvione assorbono le piene dei fiumi ed evitano effetti disastrosi nel centro urbano.

Dopo tanti libri dei sogni, la BEI offre un piano dei lavori concreto, molto focalizzato su poche aree e in grado di far ripartire il paese. Credo che valga la pena di tenerlo presente per il nostro futuro, in attesa di capire le proposte del Governo. Trovo comunque singolare che siano gli altri a dirci cosa è utile per noi.

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