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La famiglia secondo Paolo Sorrentino

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Splendido e spietato affresco del regista Sorrentino sulla famiglia italiana nel film L’amico di famiglia. Strano destino del film che è del 2006 e che è passato quasi inosservato quando i cinema erano aperti. Ora ritorna, in piena pandemia, grazie a Netflix. Ambientato nell’agro pontino con scene di sapore metafisico, degne di De Chirico, il film narra la storia di un sarto che presta un pò a tutti i soldi a strozzo. Il sarto è interpretato da Giacomo Rizzo, attore napoletano che da caratterista di tanti personaggi assurge meritatamente a un ruolo dirompente. E’ lui la macchina del film, con la sua sgraziata fisionomia, i gesti repellenti, la misera quotidianità della sua vita, fatta di piccoli furti nel supermercato del paese. Eppure quasi per magia crede davvero di aver trovato l’amore di una splendida Laura Chiatti, celebrata Miss Agropontino. E’ un amore insolito o impossibile ? Preferibile non confonderli mai.

E’ da chiarire che i riferimenti letterari possono essere tanti e sicuramente chi ha scritto il film li ha tenuti presente. Da La Bella e la Bestia al Mercante di Venezia, la storia del film fatta di amore, soldi, meschinità è stata sempre al centro della piu’ genuina ispirazione degli scrittori. Eppure in questo film il regista va oltre perchè punta la macchina da presa sul coacervo di personaggi che circondano l’usuraio che forse sono moralmente più riprovevoli di lui, per come vivono e come si comportano. Emerge una coralita’ di tutti che si prodigano a frodare il prossimo, fregandosene dei buoni sentimenti.

Ed allora il film scava a fondo nel nostro piccolo mondo provinciale, nel familismo amorale della nostra società, nell’incapacità di liberarci da schemi e convenzioni di un’altra epoca.

Ci offre la possibilità di riflettere su di noi con amarezza perchè Sorrentino sembra, in modo pessimistico, indicare che non c’è riscatto o redenzione. Uno sguardo impietoso sul nostro modo di vivere, sui tanti egoismi della vita di provincia e non, che forse aiuta a spiegare anche le difficoltà che stiamo affrontando in questi tempi difficili. Lo consiglio a chi crede negli slogan del tipo “andrà tutto bene”. Un pò come il sarto Geremia, soprannominato Cuoredoro, che usa dire a ciascuno dei suoi clienti, in un ipocrito impeto di generosità, il mio ultimo pensiero sarà tutto per voi.

 

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