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Pino Ninfa, fotografo della musica

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Pino Ninfa, catanese di nascita e milanese d’adozione.

Un incontro casuale con lui mi ha consentito di allargare l’orizzonte sul saper osservare e sul concetto di fotografia, convincendomi sempre più dell’importanza che questa forma d’arte potrebbe assumere, come disciplina a se stante, nella formazione educativa e culturale, ove fosse efficacemente inserita nei programmi della normale didattica scolastica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con il suo carattere asciutto, pratico e severo, ma assolutamente disponibile al dialogo ed eventualmente al contraddittorio, Pino, durante il breve viaggio in macchina che ci porta a Trapani, ha modo di affrontare una infinità di argomenti inerenti il mondo della fotografia.

Sollecitato, accenna ai suoi trascorsi, alle innumerevoli esperienze, alla collaborazione per un quarto di secolo con testate giornalistiche importanti, alla sua specializzazione primaria e di più lunga durata volta a fotografare artisti e concerti nei vari angoli del mondo,“fotografando la musica”.

 

Fotografie in musica

Poi mi racconta che a un certo momento decide di staccare la spina dai rapporti che in qualche modo logorano, per dedicarsi a pieno alla realizzazione professionale dei suoi tanti progetti.

Tale scelta gli consente oggi di gestire al meglio il tempo che dedica anche ad altri aspetti, senza mai abbandonare il mondo della musica. Anche la conversazione prende altre strade, allontanandosi dal tema  principale.

E Pino comincia a parlare delle esperienze del suo girovagare per documentare luoghi lontani, alla ricerca di realtà “autentiche” e di comunità che “profumano” ancora di umanità.

Mi anticipa che le immagini che propone nel suo intervento trapanese partono dall’imbarcadero di Manaus e dalla foresta amazzonica più remota. Rigorosamente in bianco e nero. Si succedono diverse foto congolesi, ma poi le foto esposte ritornano al tema prediletto con immagini scattate durante concerti di artisti illustri. Denoninatore comune della maggior parte degli scatti è il principio del “cogli l’attimo”, sottolineando il fatto di quanto sia importante nella fotografia prevedere/prevenire un accadimento per poter realizzare “lo scatto unico”.

Racconta anche di come molte di queste foto siano state oggetto di copertine di riviste specializzate o usate per poster delle corrispondenti manifestazioni.

Nel clou della serata mi mostra immagini a cui tiene molto, a cominciare da queste suggestive riprese di un evento unico.

Si riferiscono all’esperimento realizzato da Giovanni Sollima che, esibendosi con un violoncello di ghiaccio costruito da Tim Linhart, ha voluto far riflettere sul futuro dell’ambiente. L’acqua si trasforma in ghiaccio e il ghiaccio in musica. L’acqua è elemento essenziale alla vita, come lo è la musica, un mezzo che unisce anche gli stati di natura liquidi e solidi. Ma acqua, ghiaccio e musica sono anche elementi effimeri e delicati, facili ad essere inquinati e corrotti.

In questo caso, partecipe attivo fin dall’origine del progetto, Pino ha esposto anche foto di fasi della costruzione dell’originale strumento armonico e momenti di varie esibizioni quali quella al MUSE di Trento ed al teatro Politeama di Palermo.

Nel viaggio di ritorno continuiamo a parlare di tanti argomenti e discutiamo anche su come è andata la serata. Constato – e del resto lo ammette lui stesso – che gli interessano moltissimo i pareri degli altri, anche perché è convinto che, al di là di come uno la pensi, ogni occasione è valida per ascoltare altre campane e rifletterci sopra.

A chi volesse approfondire o avere una idea più precisa del personaggio e delle sue produzioni può tornare utile il video NOC-WORK – Pino Ninfa – Jazz Spirit e visitare il sito http://www.pinoninfa.it/

Buona luce a tutti!

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