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L’educazione finanziaria e il venditore di salsicce

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La musa Talia con in mano una maschera comica

Tempo di lettura: due minuti. Leggibilità **.

Il dr. Salvatore Rossi ha esordito sul Corriere della Sera del 4 giugno con un commento sul debito pubblico italiano. Appena lasciato il prestigioso incarico di Direttore Generale di Bankitalia è sceso nell’agone dell’educazione finanziaria per spiegare agli italiani cosa realmente sia il problema del debito publico.

E’, ha scritto, un quoziente, cioè un rapporto tra PIL e debito. In termini statici ci racconta quanto indebitati siamo rispetto al PIL. In termini dinamici, ci dice anche come esso influenza gli investitori. Ed allora se questo rapporto diminuisce negli anni come in Italia, vuol dire che il denominatore (debito pubblico) corre più del numeratore (PIL).

Tutto qui. Sì, con parole semplici e, dopo essersi scusato per l’ovvietà di questi ragionamenti, giunge a prefigurare il futuro prossimo.

“E qui veniamo al punto conclusivo, il più importante. L’economia italiana cresce stentatamente da un quarto di secolo. Non discutiamo qui delle cause, peraltro già ampiamente dibattute, ribadiamo solo che il problema principale non sta nella spesa insufficiente dei cittadini e delle amministrazioni pubbliche, ma nella capacità, di coloro che producono, di accrescere efficienza e vendite a ritmi paragonabili a quelli degli altri Paesi avanzati.

Questa è l’abilità che l’economia italiana sembra avere perso in tutti questi anni. Possiamo accapigliarci su come fare a fargliela recuperare, possiamo anche pensare a investimenti pubblici o a una riduzione permanente delle tasse, ma non facendo altri debiti pubblici. La crescita economica va stimolata con altri mezzi. E comunque, non è l’Europa da sconfiggere con le sue regole tipo il tetto del 3 per cento. Sono i nostri creditori (in larga parte noi stessi) da convincere che la loro crescente incredulità è infondata. Compito assai arduo, possibile solo con una politica credibile di stimolo dello sviluppo economico, basata sulla tecnologia e sul dinamismo sociale.” 

Prescrizione semplice come la diagnosi. Grazie!

In conclusione, o il PIL cresce più del debito e ci salviamo o il debito cresce più del PIL e ci troviamo nei guai seri. Avevamo bisogno di questo commento? No, decisamente, soprattutto se compare sul principale quotidiano del Paese. Tra pagine e pagine dedicate a scandali finanziari e politici, corruzione, compravendita di magistrati, minacce di procedure di infrazione della UE, nuove crisi aziendali, alla nostra età, non più giovane, apprendiamo soltanto adesso che il debito pubblico italiano, con cui conviviamo almeno da 30 anni, cresce più dell’economia.

Finalmente ho capito tutto, esclamò il cittadino, un po’ come Archimede, colpito da verità celate, ma da sempre sotto i suoi occhi.

E anche il commediografo greco Aristofane ci illuminò ne I cavalieri sulla perfidia del potere e su quanto fosse difficile liberarsene, facendo scontrare il Popolo. Fino a quando, scrisse nella sua commedia, non comparve sulla piazza un salsicciaio che sparse astutamente la voce che al mercato le acciughe si vendevano a metà prezzo. Andarono via tutti e la democrazia nella città fu ripristinata.

Ci è venuto in mente questo capolavoro di arguta e amara satira, leggendo l’articolo di oggi, perché in fondo sarebbe da augurarsi che nell’arena dell’educazione finanziaria dove in tanti si accalcano arrivasse un salsicciaio a raccontarci che al mercato mettono alla gogna chi vuole insegnarci banalità. Forse da certe lezioni si allontanerebbero in tanti! Insomma, come per Aristofane, viene da pensare che Demos, il Popolo, meriti di più.

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