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Finalmente qualcosa cambia nell’analisi economica territoriale

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Tempo di lettura: tre minuti. Leggibilità **.
Con piacere abbiamo letto la Relazione Regionale 2018 sull’economia del Veneto della Banca d’Italia. Il documento è stato presentato nei giorni scorsi a Venezia. Ricco di analisi e di spunti, si presta ad una lettura che scava tra le non poche contraddizioni dell’economia e della finanza veneta.
Una economia che arranca e che ha perso lo slancio degli anni passati. Un sistema creditizio che non riesce ad uscire dalle secche delle tante crisi bancarie, malgrado le numerose e pompose dichiarazioni di intenti. Crisi che hanno colpito in modo non selettivo, facendo emergere tanti casi di credito malato e risparmio tradito.
La ricerca di nuovi assetti strutturali del credito si è avviluppata in segmentazioni inaspettate. La Relazione ne da’ conto quando illustra lo stato del credito cooperativo, oggi non più coeso.
Esso è frammentato e disunito tra l’appartenenza delle BCC venete, in parte al gruppo trentino di Cassa Centrale e in parte al gruppo romano di Iccrea. Pensare che storicamente il credito cooperativo è nato proprio in Veneto più di un secolo fa e si è espanso in una strategia di rete lascia perplessi sul suo futuro. E le Bcc sono le ultime banche del territorio che rimangono nel Paese e nel Veneto.
Non vogliamo ripercorrere, tuttavia, quel che è il contenuto del documento. Invitiamo a leggerlo con curiosità ed interesse.
Vorremmo soffermarci su due aspetti che ci hanno colpito. Gli esperti della Banca d’Italia li hanno scovati con la diligenza di un detective e li hanno descritti con convinzione.
Il primo è relativo all’indagine sul turismo a Venezia utilizzando i dati di Airbnb. La città lagunare è ormai uno ostello in quasi tutti i sestrieri, da quelli centrali di Rialto e San Marco, fino a quelli più periferici di Sant’Elena o della Giudecca. Si stimano quasi 30.000 posti letto riconducibili ai privati che offrono disponibilità sulla citata piattaforma. La regolarità fiscale e amministrativa di una offerta di alloggi cresciuta in modo drammatico negli ultimi anni è perlomeno dubbia.
E rimanda ad un altro aspetto che ci piace sottolineare. La ancora scarsa diffusione dei servizi di pagamento elettronici pur in una regione e in una città come Venezia, ad alta vocazione turistica.
Per quanto siano cresciuti i pagamenti diversi dal contante in Italia, la distanza con l’Europa è rimasta sempre elevata negli ultimi 5 anni: poco più del 4 per cento degli oltre 130 miliardi di transazioni. Numeri che si riferiscono al 2017 e riguardano le operazioni effettuate nei paesi UE con carte di pagamento, addebiti diretti e bonifici.
Venezia, Veneto, Italia la musica è sempre la stessa a dimostrazione di quanto sia pervicace cambiare nel nostro Paese senza politiche attive e strategie di sistema. Poche operazioni con carte di pagamento, mentre le banche hanno sviluppato una rete di POS tra le più estese al mondo.
Affollamento turistico nei centri storici, accaparramento di contante da stipare nei forzieri delle banche, banche e molte imprese ad aspettare tempi migliori che non sembrano arrivare mai, almeno a giudicare dai grafici della Relazione.
In definitiva, la Relazione di quest’anno ci mostra l’immagine di un’ economia regionale in cerca d’ identità, ricca di pochi fermenti e di molte contraddizioni. Quante sono le regioni italiane che in questi anni hanno cambiato in peggio le loro caratteristiche strutturali deve essere ancora analizzato, per comprendere se esse singolarmente e il Paese nel suo insieme si vadano sempre più marginalizzando nella produzione di ricchezza.
Per fare questo, ci vuole anche il rinnovamento delle analisi economiche e della loro rappresentazione, per troppo tempo rimasta legata ad una esposizione di sempre minor valore aggiunto. Essa infatti si esauriva spesso nel commento di minute variazioni statistiche delle varie grandezze economico-finanziarie, senza spiegare più approfonditamente fenomeni sotto gli occhi di tutti i cittadini.
Il caso qui commentato rappresenta un esempio da tenere a mente, perchè dimostra che non è lesa maestà saper analizzare i problemi del nostro Bel Paese, mostrandone le criticità senza indulgere in consuetudinari report.
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