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Nemo propheta acceptus est in patria sua

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L’Amministrazione comunale di Palermo, per onorare Letizia Battaglia, ne ha approntato la camera ardente a Palazzo delle Aquile.

La grande testimone fotografica degli ultimi decenni della storia travagliata e complicata della sua città ha ricevuto il meritato tributo. Anche Giovanni Sollima ha salutato la suocera con un suo messaggio musicale.

Amici che hanno commentato una foto simile a quella sottostante e che l’hanno conosciuta direttamente hanno scritto sui social considerazioni, fra le quali due che mi piace riportare.

Un’amica ha scritto: “Almeno per una volta, la Città si è ricordata di tributare il giusto onore ad un suo figlio che l’ha tanto amata”. Un’altra, che ha pure letto il recente libro “Mi prendo il mondo ovunque sia”, in cui Letizia si racconta mettendo a nudo gli oltre ottanta anni di vita vissuta ha postato: “Ciao Letizia , sei stata sempre battagliera e non ti ha fermato nessuno, hai messo in luce tante negatività della nostra bella città che comunque hai amato tanto al punto che attraverso le tue immagini l’hai fatta amare da tutto il mondo, sei stata sempre determinata e sei riuscita a portare avanti progetti che sembrava impossibile realizzare , adesso riposa in pace cara Letizia.”

Dopo una prolungata sosta, in questo ultimo periodo ho accumulato una moltitudine di scatti da scaricare e l’arretrato ha creato, come spesso mi capita, una catasta di post produzioni sospese che lentamente tendo a smaltire.

Fra i tanti files, la revisione di immagini realizzate ai Cantieri Culturali mi hanno fatto riaffiorare delle strane considerazioni vissute in quei momenti.

Durante la mattina dello scorso 10 aprile, dopo una visita allo Zac dei Cantieri Culturali alla Zisa, con i miei amici si è deciso di fare una capatina al quasi adiacente Centro internazionale di fotografia che non visitavamo da tempo.

Oltre agli addetti alla sorveglianza non c’era nessun visitatore eccetto noi e nel luogo incombeva un’atmosfera strana e particolarmente silenziosa. Almeno questa è stata la sensazione che ho provato. L’aria che si respirava era come ci volesse comunicare qualcosa.

Negli spaziosi ambienti del Centro erano esposte ancora le ultime iniziative portate avanti da Letizia e nella sala principale le foto della figlia Shobba sembravano quasi volessero presagirci un messaggio. Ci siamo mossi tutti e tre nelle diverse sale con discrezione, lasciandoci sostanzialmente guidare e attrarre dalle immagini.

Ciascuno di noi ebbe, quindi, a soffermarsi leggendo i nomi di autori delle opere esposte, per constatare come quante giovani potenzialità fotografiche fossero state accolte in questi ultimi tempi alla corte di Letizia.

Specie i progetti più nuovi realizzati, tutti ancora messi in mostra, testimoniavano l’avvenuta realizzazione dei principali propositi che avevano fatto nascere il Centro. Un sogno nel cassetto di Letizia, realizzato con l’aiuto generoso, lungimirante e fattivo del suo amico  Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo.

Tornando alle impressioni percepite in quei momenti, sembrava che l’insieme e la contemporaneità espositiva di tutte quelle mostre, compresa l’esposizione stabile delle foto de L’Ora, stessero a comunicare, a significarci qualcosa.

Di li a poco, solo tre giorni dopo, Letizia Battaglia ha salutato questo mondo terreno, lasciando in regalo alla sua amata Palermo una realtà culturale che fa già parte della storia.

Tra le tante sue ultime iniziative, aveva fatto in tempo a redigere con l’ARVIS un protocollo che – dal prossimo 25 maggio e fino al giorno 29 – avrebbe fatto sì che il Centro internazionale di fotografia di Palermo avrebbe ospitato il 74^ Congresso nazionale della Fiaf.
Così i principali nomi della fotografia nazionale e vari intellettuali che avrebbero fatto capolino in città avranno ora occasione di onorare, la memoria della Letizia & Battaglia, come amava lei stessa definirsi. I palermitani e non solo loro avrebbero avuto così anche l’occasione per poter vedere esposte importanti mostre e avrebbero potuto assistere a dibattiti e conferenze con interventi di personaggi sulle tematiche attuali riguardanti la fotografia.
Un’occasione da non perdere e che si raccomanda ai tanti appassionati fotoamatori di tutta Italia che potranno darsi appuntamento in diversi spazi dei Cantieri Culturali alla Zisa messi a disposizione dall’Amministrazione comunale.
Gianni, raggiante, mi raccontò un giorno dell’entusiasmo di Letizia nell’acconsentire, senza alcuna esitazione, all’utilizzo dei locali da lei gestiti, ben felice del fatto che si potesse realizzare a Palermo un tale progetto.

Già per l’ottantesimo compleanno di Letizia, il Comune di Palermo aveva finanziato l’imponente mostra denominata “Anthologica”, che tuttora rimane uno degli avvenimenti culturali più importanti e ben riusciti fra quelli realizzati in città.
L’evento, ospitato in un contesto particolarmente bello e ideale per l’idea progettuale, consentì un allestimento spettacolare, con una esposizione di tantissime fotografie in bianco e nero che invadevano lo spazio (per chi vuole, in un video amatoriale postato su You Tube è possibile cogliere i festosi momenti dell’inaugurazione). Fu anche un enorme successo di pubblico, con una massa di visitatori e ospiti internazionali.
Nella circostanza venne anche presentato un altrettanto ricco volume fotografico, recante lo stesso titolo, che andava a raccogliere tutte quante le foto esposte, libro che è ancora in commercio e facilmente reperibile.

Ma i tempi mutano e le situazioni cambiano e come capita di frequente, accadono pure fatti incresciosi che talvolta adombrano le culture. Pure invidie irrazionali, impregnate talvolta da stupidità congenite, portano taluni a creare assurde esuberanze, al solo scopo di alimentare bile e insoddisfazioni personali.

Succede, come è successo, che tanti – già di per sé sempre pronti a criticare – erano portati a vedere sempre come insopportabili travi nell’occhio delle innocue pagliuzze. Fattispecie, come quelle della serie che raccontano de “la gatta frettolosa che fece i gattini ciechi” (un proverbio ascrivibile ad una delle tante favole con morale lasciateci da Esopo), costituisce il sasso che si allarga con cerchi concentrici sempre più ampi, specie nell’acqua stagnante.

Retro pensieri, ingratitudine, superficialità, difficile dire. Storie come queste, sicuramente anche prevenute, ebbero a prendere a pretesto anche un sevizio per una campagna pubblicitaria della Lamborghini. Il vecchio detto latino: “nemo propheta acceptus est in patria sua” (nessun profeta è gradito in patria) rimane sempre valido e attuale.

Buona luce a tutti!

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