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Credibilità, competenza e sfide della comunicazione scientifica

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Venezia, Wall painting, Comunicare la scienza dell’innalzamento delle acque

Tempo di lettura: tre minuti.
Quantità e qualità dell’informazione.

Recentemente ci sono state discussioni anche dure sulla cosiddetta “post-verità” che hanno coinvolto in modo significativo argomenti relativi alla scienza e alla comunicazione scientifica.

La questione della credibilità e dell’affidabilità delle informazioni è ovviamente fondamentale per la comunicazione scientifica e la comprensione pubblica della scienza. Questo vale anche quando si parla di alberi, la mia materia.

Anche se viviamo in un ambiente di comunicazione radicalmente diverso dal passato con accesso alle informazioni che non è neanche lontanamente paragonabile a quello di solo qualche anno fa, paradossalmente l’affidabilità delle informazioni non viene verificata e vengono diffuse informazioni false basate su ipotesi errate, ripetute più volte, non solo facendole passare per vere, ma addirittura usandole per insolentire il mondo scientifico.

Nell’era della “comunicazione scientifica 1.0”, se vogliamo chiamarla così, la reputazione di un giornale era sufficiente a rassicurarci (nel bene e nel male) della credibilità dei contenuti. “L’ho letto sul giornale “L’ho sentito al telegiornale erano espressioni usate spesso per chiudere una discussione. Al giorno d’oggi, tali garanzie non sembrano più praticabili. Internet ospita un diluvio di citazioni, spesso false, attribuite equamente a famosi pensatori e scienziati nel tentativo di aggrapparsi alla loro autorità e al loro prestigio.

Come è noto la qualità dell’informazione ha un costo – nella comunicazione scientifica come in altri settori – e non possiamo aspettarci una tale qualità dalle reti di social media il cui core business non è l’informazione o la pubblicazione e, certamente, non quando non siamo disposti a spendere qualche euro per leggere un giornale o una rivista autorevole.

Per fare un’analogia con la gastronomia, che tanto va di moda adesso, è come se fossimo abituati mangiare in un economico buffet all-inclusive eimprovvisamente, trovassimo lì prelibatezze di alta cucina. Anche se fossero presenti tali prelibatezze, è dubbio che saremmo in grado di distinguerle dagli altri piatti.

Per far sì che le “prelibatezze” siano individuate e scelte dalle persone occorre rafforzare la scienza a beneficio della società. Gli scienziati devono essere reattivi alle mutevoli esigenze e preoccupazioni della società; la società, a sua volta, ha bisogno di capire e sostenere il ruolo positivo della scienza.

Simbologia delle fake news

La relazione tra scienza e società è tremendamente importante: la società ha bisogno della scienza come motore del successo sociale, economico e politico, mentre la scienza vive delle risorse, dei talenti e della libertà che la società mette a disposizione.

È essenziale che una voce scientificamente fondata sia udita in modo forte e chiaro, soprattutto in tempi di crisi (finanziaria, sociale, ecc.) e ciò può avvenire solo attraverso la comunicazione professionale.

Il prezzo per non comunicare o comunicare male sta diventando più alto ogni giorno perché oggi chi non è ben rappresentato nell’arena pubblica rischia di perdere la propria voce, le proprie risorse o la propria fiducia.

La comunicazione scientifica deve migliorare

La comunicazione è considerata una funzione strategica dalla maggior parte delle organizzazioni che interagiscono nel nostro sistema sociale perché le identifica e le giustifica, “consente loro di ottenere consenso e di lavorare per raggiungere gli obiettivi che tutti i sistemi hanno: sopravvivere, proteggersi, ottenere risorse e crescere “

La comunità scientifica dovrebbe quindi impegnarsi nella comunicazione come parte integrante del ruolo professionale del ricercatore e la formazione nella comunicazione deve essere una componente chiave dell’educazione scientifica.

E, per essere efficace, la comunicazione deve essere un processo a doppio senso: gli scienziati non dovrebbero solo presentare i loro risultati, ma anche essere pronti a prendere in considerazione le esigenze e le opinioni del pubblico e a rispondere alle richieste su basi scientifiche, cercando di portare avanti i propri principi e certezze e convincere la società civile della loro bontà e affidabilità.

Scienziati, policy-makers e accademici devono pensare in modo creativo a nuove direzioni per ricostruire le interfacce scienza-società e partecipare ai dibattiti in corso sulle tecnologie emergenti, senza pregiudizi e preconcetti.

È necessario costruire un’infrastruttura collaborativa tra scienza e società, poiché temi come il cambiamento climatico, la green economy, le smart cities, le nanotecnologie, tutti i tipi di biotecnologie, ecc., rimescolano e talvolta confondono sempre più i confini tra scienza, società e politica.

Da un’idea nata leggendo: M. Bucchi, Credibility, expertise and the challenges of science communication 2.0, «Public Understanding of Science», 2017, 26 (8), pp. 890-893.

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