Home Imprese&Lavoro Il paradosso di Solofra al G20 di Draghi

Il paradosso di Solofra al G20 di Draghi

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Sono originario di un paese del salernitano che si situa a valle del distretto industriale di Solofra, concentrato nella lavorazione della pelle e del cuoio con una miriade di concerie, piccole e grandi. Molti non ci sono mai stati ma percorrendo la superstrada tra Avellino e Salerno, a metà strada si percepisce un odore ammorbante e insopportabile di uova marce. E’ il regalo a tutti noi e alla natura di lavorazioni così fortemente inquinanti. Da quei monti nasce il torrente Solofrana le cui acque sono marrone scuro per i residui liquidi che vi si sversano senza controllo. Le acque sono tornate chiare e pulite solo durante la pandemia.
Negli anni, all’epoca dei pretori di assalto costoro con ordinanze bloccavano le lavorazioni perchè inquinanti e nel giro di pochi giorni erano costretti a revocarle perchè i lavoratori scendevano in strada. Ho richiamato questa situazione non tanto marginale, il distretto industriale in questione è uno dei più grandi d’Europa, per illustrare che il rapporto tra attività economica e ambiente è spesso devastante. Quante situazioni del genere esistono nel nostro paese ?

Questo trade off si ripete a livello mondiale e riguarda essenzialmente la scala della produzione che ci ha accompagnato per avere un più o meno duraturo sviluppo economico. Sperare nel G20 è illusorio, non solo perché mancano Russia e Cina, ma per le ragioni che hanno spedito in video conferenza a Roma in questi giorni, che sono poi le solite, espresse senza tanti orpelli: i maggiori inquinatori non siamo noi ma le economie occidentali, le più antiche a conoscere la rivoluzione industriale.

Pretendere di sottoporci a dei target è una inammissibile forma di unfair competition. Fine della storia e noi cittadini ci consoliamo con la massima di Greta che è tutto un bla bla.

Questa mia considerazione la possiamo applicare all’altra questione sventolata a tutto il mondo dal nostro premier, entro poco tempo dobbiamo impegnarci a vaccinare il settanta per cento della popolazione mondiale. Putin gli ha fatto sapere che si tratta di un ballon d’essai perchè il vaccino russo, accettato in 70 paesi del mondo, non è approvato in USA e in UE, lasciando intendere che sui vaccini è in corso una guerra sporca di natura commerciale.

A che servono allora questi vertici se non a nutrire il narcisismo di chi vi partecipa che usa le città del mondo come se fossero set cinematografici ?

In effetti, un valore aggiunto lo hanno. Più sparano in alto nobili principi da raggiungere e che sono ovviamente del tutto condivisibili, e più capiamo quanto distanti siamo dal raggiungerli. Se Greta insiste sul bla bla, aggiungo anche che questi vertici ci fanno capire che il re è nudo, per davvero e non è poco.

E noi ? Noi per ora ci aggrappiamo al panettun e ai pizzoccheri, come richiamo per i turisti nella verde Lombardia che ha pagato una cifra considerevole per la pubblicità alla BBC, che riporto qui di seguito. La trovate con grande evidenza nella sua home page, prima delle notizie del G20.

 

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