Oggi ci trasferiamo in un territorio bollente e conteso come il Donbass, la flessibilità del lavoro. Francesco Giacomantonio ci propone la recensione di un libro importante e agile uscito alla vigilia del 21° secolo: Richard Sennett, L’uomo flessibile, Feltrinelli, Milano, 1999, pp. 158, trad. it. di Id., The corrosion of character, W.W. Norton & Company, New York-London, 1998. Egli ci segnala anche un lavoro affine del sociologo italiano Luciano Gallino uscito nel 2001: Il costo umano della flessibilità, Laterza, Roma-Bari, 2001, pp. 88. Il concetto di flessibilità non concerne solo il mondo del lavoro e dell’economia come ci dice in questo libro il sociologico di Chicago Richard Sennet, con esperienze di insegnamento anche alla London School of Economics, da non confondere, come succede a me, con il pioniere dei cinema Mack Sennet. La flessibilità definisce piuttosto un intero sistema sociale, di valori, di comportamenti, di forme mentali e stati d’animo. Pertanto l’essere flessibili e mobili, come insieme di effetti portati dalla forma dominante dell’attuale fase del capitalismo, è un processo che va pienamente ad investire la sfera del carattere e della stessa personalità. Buona lettura! Richard Sennett (1943) è un sociologo statunitense tra i protagonisti del dibattito sul capitalismo attuale, attraverso i suoi interventi sulle dimensioni del lavoro e dei legami sociali nei contesti urbani del mondo moderno e globalizzato. Dalla sfera economica a quella individualeNella società contemporanea il capitalismo è pervenuto a una fase improntata a una richiesta di una forte flessibilità per quanto riguarda gli aspetti del lavoro e delle professioni, comportando situazioni di mobilità e rischio. Richard Sennett, iscrivendosi in un filone critico, già praticato da altri autori (si possono ricordare i contributi di Christopher Lasch già all’inizio degli anni Ottanta, di Zygmunt Bauman più recentemente, o di Luciano Gallino, per restare in Italia – vedi sotto), argomenta come queste trasformazioni che il capitalismo ha indotto nella sfera economica abbiano delle ripercussioni di vasta portata, spesso non colte completamente e consapevolmente dai soggetti stessi, anche nella sfera del sociale, della costruzione delle personalità, delle identità, del senso dell’esistenza. Analizzando le esperienze di vita concrete di alcuni individui rappresentativi di cui ricostruisce le biografie, il suo testo delinea i lati ambivalenti e potenzialmente lesivi delle forme di capitalismo flessibile. La corrosione del carattereL’autore distingue tra le dimensioni del carattere e della personalità. Mentre la personalità è costituita da tratti dell’individuo che possono restare sempre al suo interno, il carattere si costituisce attraverso i tratti permanenti della vita emotiva. Ora, in una condizione economica come quella attuale, in cui non è possibile pianificare e le prospettive sono incentrate sull’immediato o sul breve periodo, è chiaro che la costruzione del carattere è fortemente destabilizzata, poiché si impedisce di avere una narrazione continuata di se stessi. Spesso, in una tradizione di pensiero la cui origine Sennett individua in Adam Smith, la flessibilità è stata vista in contrapposizione alla routine, nell’ambito dell’attività lavorativa, come elemento di creatività e di sviluppo della mente umana. Tuttavia, esiste anche una tradizione di pensiero la cui origine è individuata in Diderot e che ha avuto le sue formulazioni più recenti in Giddens, secondo cui la routine crea narrazioni man mano che le regole e i ritmi di lavoro si evolvono, contribuendo così a dar senso all’esistenza. Da questo punto di vista, anche supponendo che la routine abbia un effetto pacificatorio sulla personalità, non si comprende in che modo la flessibilità possa eventualmente produrre esseri umani più impegnati. Nuove strutture di potere e di controlloIn realtà, per Sennett, la rivolta contro la routine e l’affermazione dei processi di flessibilità ha determinato nuove strutture di potere e di controllo piuttosto che creare condizioni di libertà. Tali strutture di potere coincidono con: Queste strutture influenzano particolarmente l’organizzazione del tempo sul luogo di lavoro, che diventa paradossalmente sempre più controllato. Si nota, inoltre, come la dimensione di flessibilità si collega a quella del rischio e anche questo contribuisce all’erosione del carattere. Infatti, psicologicamente gli individui di fronte al rischio sono sempre più impressionati dalla possibile perdita che esso comporta più che dall’eventuale vantaggio. Questo tipo di economia flessibile determina anche una particolare etica del lavoro: si afferma il lavoro di gruppo. Esso si caratterizza per le sue sospensioni e per rapporti di potere, esercitato senza dichiarazioni di autorità, che sono molto lontani dall’etica di responsabilità del lavoro del passato. L’insieme di queste situazioni e la frammentazione dell’identità che ne consegue, portano anche a rendere difficile per gli individui affrontare l’eventualità del fallimento, del collasso di una carriera. Se le biografie sono un insieme scomposto di frammenti, non si riesce, infatti, a disporre di strumenti per affrontare l’eventualità del fallimento che diventa solo un evento tra gli altri. L’importanza della fiducia e della comunitàSennett ritiene che, per pensare soluzioni valide in grado di contrastare questi effetti destabilizzanti tipici della società contemporanea, sia necessario riscoprire la dimensione sociale, comunitaria, dei luoghi di lavoro. Questa ipotesi è generalmente valutata con sospetto: si pensa, infatti, che per realizzare individui capaci, forti e strutturati sia necessaria una totale indipendenza individuale; vi è insomma l’idea di un contrasto tra un io debole e dipendente e un io forte e indipendente. Come evidenziato da studi psicologici, Sennett, invece, ricorda che l’individuo sano è capace di contare sugli altri, quando è necessario; è capace di avere fiducia. Tuttavia, proprio i contesti socio-economici contemporanei rendono difficoltoso affermare tale dimensione di fiducia e comunità nei luoghi lavorativi, poiché le organizzazioni celebrano l’indipendenza e l’autonomia, creando un senso di vulnerabilità negli individui che sono portati a vedere come una propria mancanza il fatto di fare affidamento sugli altri. Responsabilità e solidarietàGià presente in Levinas e Ricoeur, l’idea della responsabilità individuale, anche in condizioni di frammentazione dell’identità, è un elemento importante. Questa responsabilità si lega al fatto che ci sia qualcuno che ha bisogno di noi. Ma tale questione è messa in discussione alle radici dal capitalismo contemporaneo che irradia diffidenza e organizza l’assenza di fiducia. È la condivisione dei destini che può permettere di evitare la corrosione delle personalità e, quindi, un regime che non fornisce agli esseri umani ragioni profonde per interessarsi gli uni agli altri non può mantenere a lungo, secondo Sennett, la sua legittimità. Sennett sostiene così una dimensione fortemente etica dell’agire sociale, unendosi al coro di numerosi altri sociologi, da Habermas a Bauman, che credono che i problemi contemporanei non siano risolvibili concretamente e completamente attraverso interventi esclusivamente tecnico-istituzionali. (da Giacomantonio, F., Letture su società e politica nell’età della globalizzazione. 90 recensioni per comprendere il mondo attuale, edito da GoWare, Firenze, 2019, pp. 63-65) Luciano Gallino: Il costo umano della flessibilitàInsieme al lavoro di Sennet vi segnaliamo anche un libro del sociologo italiano Luciano Gallino (1927-2015), uno studioso che ha contribuito all’istituzionalizzazione della sociologia in Italia grazie soprattutto ai suoi numerosi studi sul rapporto tra nuove tecnologie e formazione e sulle trasformazioni del mercato del lavoro. Nel breve contributo che vi segnaliamo (appena 90 pagine) Gallino vede nella flessibilità uno degli aspetti più tipici della società postmoderna, in cui si richiede agli individui una capacità continuativa di ridefinire, rimodellare e ricollocare se stessi. Questa condizione è particolarmente rilevante rispetto alle dimensioni del lavoro e dell’occupazione, su cui si incentra questo studio. |