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Missione nella City di Londra: Ohibò

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Ambasciata d’Italia a Londra

Riceviamo e pubblichiamo volentieri la mail ricevuta dal prof. De Crescenzi.

Cari amici, voi, forse un po’ ingenuamente, consentitemi,  continuate a dissertare di problemi economici e finanziari e non vi accorgete di quel che accade all’estero.

Apprendo dal Corriere della Sera del 26 febbraio che l’Italia in una riunione nell’ambasciata di Londra è tornata coesa e unita. E’ una grossa novità. Boccia (Confindustria), Giorgetti (Governo), Panetta (Banca d’Italia) dopo varie tenzoni sono ora protagonisti dell’Italia che va.

Ci sono note di merito per tutti ma,nel resoconto del Corriere, una menzione speciale va al Sottosegretario Giorgetti, unico del governo, a non aver scaricato nei giorni passati accuse sulla Banca d’Italia. Forse si ammicca alla riconferma di un Vice Direttore Generale dell’Istituto. Per quel che ne sappiamo egli è scaduto, è stato riconfermato, ma non reso ancora operativo perchè l’iter è ancora aperto in seno al Governo. E’ li che aspetta ormai da più di un mese.  Governo che, tranne Giorgetti, ha appalesato manifesta ostilità all’idea di riconfermarlo per altri 6 anni. Ed allora bravo Giorgetti.

Solo all’estero, siamo così però. L’inviato del Corriere, partecipe all’evento, ci tiene a precisare. Stiamo tutti insieme appassionatamente. Questa è l’Italia che buca lo schermo quando si confronta con i suoi pari, altro che il politichese provinciale di Roma. Chissà cosa ne pensano realmente gli inglesi, alle prese con la Brexit, delle questioni italiane.

I tre relatori hanno, comunque, presentato agli investitori i punti di forza del nostro Paese. Vediamoli in rapida sequenza perchè non sono molti, anzi sono pochi ed opinabili. A differenza dei tanti problemi strutturali che vanno dall’evasione fiscale, al disastro del nostro sistema bancario, alla crescita zero, alle tante commissioni di inchiesta sulle banche e su chi le controlla.

1) Il paese grazie a continui surplus nei conti con l’estero è in grado di finanziare il proprio sviluppo.

2) Il debito pubblico non si può toccare perchè dopo anni di crisi sarebbe un grave errore. Non sarebbe neanche un dramma dato che il debito privato è molto basso.

3) L’industria ha una grande capacità di esportare sui mercati mondiali con una quota di mercato del 2,3%.

Il tono dell’articolo è enfatico, una vera cavalcata facile, facile. Fuori casa si vince alla grande.A me ha ricordato: Sono il Signor Wolf e risolvo problemi!

Proverei, si parva licet, a chiedere a S.E. l’Ambasciatore Italiano a Londra le reazioni degli investitori istituzionali  presenti. Non sappiamo neanche chi erano e quanti vi hanno preso parte. Non crede che ci siano bisogni conoscitivi di grande rilievo da mettere a disposizione dell’opinione pubblica italiana? Anche perchè la grandeur italiana, come descritta nell’articolo, cozza tremendamente con il quadro che leggiamo quotidianamente sulla stampa. Ricordiamoci delle aspre geremiadi che arrivano, oltre che dall’estero e dalla stampa, proprio da Confindustria e da Banca d’Italia.

Tutto questo non fa che aumentare la confusione in cui versiamo. Chissà se poi alla fine della riunione non abbiano anche consegnato una guida turistica come invito per un breve tour nel nostro paese. Per dire che, oltre ad essere coesi ed uniti, non abbiamo proprio nulla da nascondere. Venghino, Signori, venghino….che l’Italia tutta dal Nord al Sud vi aspetta!

Quanto a me, dopo il breve soggiorno di ritorno dall’estero, riprenderò presto la mia foreign road.

Cari Saluti. Davide M.De Crescenzi

 

 

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