Home Educazione Finanziaria A proposito di fondi (sfondati) per il rimborso ai truffati

A proposito di fondi (sfondati) per il rimborso ai truffati

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Nilla Pizzi che canta Papaveri e Papere (1952)

Il noto editorialista di Repubblica Sergio Rizzo ha ricordato qualche giorno fa che Tommaso Padoa-Schioppa  soleva ripetere che in Italia i soldi di tutti sono i soldi di nessuno. E’ vero e la dimostrazione non si è fatta attendere troppo. In una lettera che oggi 5 maggio Repubblica pubblica il Direttore dell’ABI ha fatto delle importanti precisazioni.

Il FIR-Fondo indennizzo rispamiatori detto anche tout court Fondo truffati è alimentato con i proventi di altro Fondo. Quello dei rapporti bancari e finanziari dormienti che stanno lì da anni e che nessuno ha reclamato. Una specie di singolare meccanismo di vasi comunicanti che ancora butta acqua. Infatti, il FIR è finanziato fino a un massimo di 1,5 miliardi mentre l’altro Fondo ha disponibilità, per quel che ne sappiamo, di ben 2 miliardi di euro. Il punto quindi del dr. Giovanni Sabatini è di tranquillizzare il dr. Rizzo che i contribuenti non ci rifondono nulla. I soldi ci sono e basta andarli a prendere.

Questa dichiarazione fa il paio con quella sentita subito dopo la risoluzione delle due popolari venete nel 2017 . Qualcuno arrivò a dire che dalla liquidazione delle due banche lo Stato ci avrebbe pure guadagnato qualche miliardo di euro, semmai non subito ma nel tempo a venire. Anche in questo caso i soldi ci saranno basta aspettare.

Ora la casta  ha tutto il diritto di difendere i propri interessi ma questi sono istinti temerari e ben ha fatto Repubblica a farli conoscere. In fondo, anche i conti dormienti sono soldi di tutti come suggeriva il compianto banchiere centrale. E quindi sono disponibili anche per finalità di ordine sociale come quella di rimborsare i risparmiatori truffati in attesa dei risarcimenti da parte di coloro che sono responsabili.

Quel che si vorrebbe ricordare a lorSignori è che la somma fa il totale. Passi pure per il FIR, sono noccioline, e per la piccata e tempestiva pulsione dell’ABI ma è tutto il resto che ancora non conosciamo. Cioè il saldo a stralcio a carico di tutti i contribuenti non è dato sapere a distanza di anni dai tanti fallimenti bancari. Vediamo il granello negli occhi altrui ma non la trave sulla nostra fronte.

Ancora oggi non sappiamo quanto sono costate le crisi bancarie e soprattutto nei tanti casi di mala gestio non si sa dove sono finiti i soldi. Al dr. Sabatini andrebbe forse ricordato che al ristorante il conto si paga alla fine e non dopo il primo piatto. Ai contribuenti italiani il menù non è mai stato fisso ma è stato sempre servito à la carte.

 

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