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Il bilancio della banca CSR, tra risposte date e non date

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Tempo di lettura 4’. Leggibilità **.

Premessa.

Il 10 giugno è prevista l’approvazione del bilancio della CSR e il rinnovo delle cariche sociali. Quasi 15.000 soci, dipendenti e pensionati della Banca d’Italia, sono chiamati ad esprimere le loro preferenze, una piccola comunità che si riconosce nei valori fondanti delle cooperazione e del credito. Principi sanciti all’atto della fondazione nel 1902 e ancora scritti nei primi articoli dello Statuto. Che cosa è la CSR e le interrelazioni che intercorrono con la Banca d’Italia abbiamo cercato di chiarirlo in un nostro precedente articolo. Chi fosse interessato può documentarsi su una realtà non molto conosciuta nel panorama delle banche popolari del paese.

In questo aggiornamento, desideriamo dare conto di alcuni aspetti più generali della vicenda che ci hanno colpito, nell’ottica di valutare alcune coerenze a tutela del consumatore nella sua veste di socio, risparmiatore, cliente di una banca cooperativa popolare.

La nostra richiesta agli organi della Banca (Cda, Cs, società di revisione)

Buongiorno,

animati unicamente da intento collaborativo e spirito propositivo, formuliamo alcuni quesiti che riteniamo di competenza di codesti organi relativamente al Bilancio CSR 2019, sottoposto all’approvazione dell’Assemblea dei Soci del 10 giugno pv.
Gli argomenti, tutti riferibili alla valutazione quanti-qualitativa delle informazioni presenti in alcune parti della Relazione sulla gestione, potrebbero infatti rappresentare rischi.

In sintesi:
A) il risultato negativo del margine di interesse, cioè dell’operatività primaria (forse per la prima volta nella storia centenaria della banca) è motivato con l’andamento dei tassi e con la crescita della massa fiduciaria e delle attività di investimento in titoli e partecipazioni. Siccome, ove esso si verifichi, è un generale segnale di squilibrio economico-finanziario e non si ha notizia di motivate scelte strategiche miranti a simile esito, chiediamo se l’informazione quantitativa e qualitativa data dal Cda sia sufficiente a comprendere le motivazioni di siffatto risultato.
In caso affermativo, dovrebbero essere esplicitate da parte vostra le ragioni del giudizio, aggiungendo se siano state messe in atto manovre correttive sui prezzi, per invertire il segno negativo del margine ovvero se e in che misura (il deficit supera il 10% dei ricavi primari complessivi) esso sia destinato a perpetuarsi secondo ben esplicitati indirizzi del Consiglio.

B) Nel triennio del mandato in scadenza la massa fiduciaria è cresciuta di quasi un miliardo, pari a un quarto dello stock a fine 2019. Era l’obiettivo di scelte strategiche individuate fin dall’inizio e in tal caso con quali risultati previsti? Vi risulta che siano stati vagliati gli effetti a medio termine di una siffatta politica finanziaria, compreso l’eventuale aumento del grado di concentrazione della raccolta? Data la portata dimensionale del fenomeno non dovrebbe essere data un’informazione di maggior dettaglio circa le notevoli trasformazioni subite dalle grandezze patrimoniali della banca, tra le quali spiccano gli investimenti in partecipazioni? Le rilevanti modificazioni degli asset sono compatibili con l’articolo 3 dello statuto che fissa la mission della cooperativa bancaria? Perché non ribadirlo espressamente in ragione delle menzionate cospicue dinamiche?

C) Relativamente al supero dei limiti delle grandi esposizioni di cui alla pagina 139 del bilancio da approvare, non abbiamo trovato commenti da parte vostra sull‘infrazione commessa. Le informazioni necessarie a capire le motivazioni sottostanti all’occorso sono rese dal Consiglio in modo eufemisticamente sintetico. Non si capisce ne’ il quanto, né il perché della circostanza nè con quale controparte il supero sia avvenuto. Né soprattutto da parte vostra si danno informazioni sulla valutazione della praticabilità del piano di rientro di cui è cenno.
Nulla si dice infine della interlocuzione con Banca d’Italia sulla vicenda e se sia probabile, ove non già avvenuto, l’avvio di procedura sanzionatoria da parte della Vigilanza nei confronti degli organi sociali, che ora chiedono di essere rieletti. Senza entrare nel merito, Voi capirete quanto questa materia sia sensibile per chi, tra i soci, ha operato professionalmente per anni per ottenere il rispetto delle regole di vigilanza prudenziale da parte delle banche e quanto imbarazzo la vicenda possa rappresentare.

Nell’auspicio che queste osservazioni possano essere di aiuto, restiamo in attesa di risposta anche per quanto riguarda la scelta di portare il contenuto di questo messaggio e le sue risposte a conoscenza della prossima assemblea dei soci.

Ad oggi nessuna risposta.

Richiesta e risposta di Bankitalia

Una richiesta più sintetica rivolta alla Vigilanza della Banca d’Italia sulle nostre perplessità circa l’adeguatezza dell’informazione contenuta in bilancio, per esercitare le nostre prerogative di socio informato, ha invece avuto risposta.

Banca d’Italia ci ha scritto, con missiva riservatissima, ringraziandoci per la segnalazione che sarà valutata nella più generale azione di vigilanza, precisando che i risultati degli approfondimenti non verranno comunque portati a nostra conoscenza.

Aggiunge che abbiamo la facoltà di rivolgerci agli organi sociali per chiedere le informazioni di cui abbiamo diritto.

Siccome lo abbiamo già fatto con esito finora nullo, vengono in mente due riferimenti. Il primo è al bel romanzo di Leonardo Sciascia dal titolo “A ciascuno il suo”, sulle ambiguità interpretative di certe lettere.

Il secondo al Comma 22. Se vuoi, fai un esposto all’Organo di Vigilanza, sei libero di farlo e vieni addirittura ringraziato per la segnalazione, ma gli effetti della tua azione conoscitiva non ti saranno resi noti, con l’invito a rivolgerti agli organi sociali della banca. Insomma ritorna alla casella di partenza, senza rafforzare la tua richiesta, citando la lettera alla Banca d’Italia.

Quindi, il socio rischia di sentirsi abbandonato a se stesso non solo se intende dissentire su questioni di merito, ma anche se solleva il tema di non potersi ritenere sufficientemente informato per esprimere con consapevolezza il proprio voto in assemblea.

A ciò si aggiunge un’altra contraddizione. Per chi come molti di noi voterà on line il termine è il 7 giugno, quando l’Assemblea finale si svolgerà il 10. Se in quella sede ricevessimo le informazioni richieste sarebbe ormai tardi per valutarle ai fini del voto.

Qualcuno forse un po’ beffardamente ci suggerirà che possiamo in ogni caso rivolgerci alla magistratura ordinaria, ma non potrà liberarci dei nostri dubbi sulla effettiva tutela del consumatore e sui reboanti e retorici proclami in materia di educazione finanziaria.

P.S. Dimenticavamo, siamo entrambi soci della CSR da una vita e mai ce ne siamo lamentati.

 

 

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