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Carte d’oro per il gruppo ICCREA

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Commento brevemente una importante operazione societaria appena annunciata che riguarda il mercato dei pagamenti italiani: la partnership in BccPay tra Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea (al 40%) e FSI, SGR facente capo a Cassa Depositi e Prestiti (al 60%).

L’importo che sarà pagato a Iccrea sarà pari a 500 milioni, una cifra molto alta versata da un soggetto che fa riferimento alla raccolta tramite risparmio postale, in mano pubblica. Il valore implicito della società di monetica sarà quindi pari a circa 835 milioni. Soldi veri e sonanti a cui corrispondono finora poche e sintetiche informazioni che sollevano domande.

Ecco, prima, i comunicati ufficiali di questi giorni.


Iccrea Banca – FSI. BCC Pay: nasce una nuova realtà italiana e indipendente nel settore dei pagamenti digitali

Comunicato stampa

Roma – Milano, 31 gennaio 2022

Iccrea Banca, capogruppo del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, e FSI hanno siglato una partnership strategica finalizzata allo sviluppo di BCC Pay, una nuova realtà nel settore dei pagamenti in Italia. BCC Pay è la società di monetica del Gruppo BCC Iccrea con circa 4 milioni di carte di pagamento, oltre 200 mila POS e circa euro 50 miliardi di transato.

L’accordo prevede l’investimento di FSI in BCC Pay. Ad esito dell’operazione, FSI e Iccrea Banca deterranno rispettivamente il 60% e il 40% della società. L’operazione ha una valorizzazione fino a euro 500 milioni (inclusiva di una componente differita fino a euro 50 milioni) ed è soggetta all’autorizzazione delle Autorità competenti. Il closing è previsto entro l’estate 2022.

BCC Pay sarà guidata dall’Amministratore Delegato Fabio Pugini, attuale Direttore Generale. La società potrà contare su una solida posizione finanziaria, la capillarità e la vicinanza al territorio del Gruppo BCC Iccrea e la focalizzazione sulla crescita trasformazionale ed il track record nel costruire grandi aziende fintech italiane del Team di FSI.

Il mercato italiano dei pagamenti digitali è in crescita e presenta livelli di penetrazione ancora inferiori rispetto alla media europea. In un contesto di continua innovazione, la partnership rappresenta un progetto italiano e indipendente, focalizzato sullo sviluppo di BCC Pay principalmente attraverso: (i) l’ampliamento dell’offerta e il costante miglioramento del servizio; (ii) l’innovazione e la digitalizzazione (anche su mezzi di pagamento innovativi); (iii) il focus commerciale sulle BCC e le loro esigenze; (iv) la possibilità di allargare la customer base ad altre banche e operatori.

Il Gruppo BCC Iccrea è il maggiore gruppo bancario cooperativo italiano, il quarto gruppo bancario in Italia per attivi con circa 175 miliardi di euro e il terzo per capillarità con 128 Banche di Credito Cooperativo presenti in oltre 1.700 comuni italiani e con più di 2.500 sportelli. L’accordo prevede un contratto di distribuzione di lungo termine dei servizi di BCC Pay sul network delle BCC parte del Gruppo BCC Iccrea.

FSI, con euro 1,4 miliardi di capitale, è uno dei tre più grandi fondi europei dedicati a un singolo paese, il maggiore fondo corporate italiano, con una formula di investimento focalizzata sulla crescita trasformazionale delle aziende investite ed esperienza consolidata nel settore fintech.

“Siamo molto soddisfatti della conclusione di questo accordo in un settore dove vogliamo continuare ad investire in innovazione, tecnologia e infrastrutture con un partner di primario livello come FSI – ha commentato Mauro Pastore, Direttore Generale di Iccrea Banca – Con questa operazione accresciamo la capacità delle BCC del Gruppo di supportare al meglio i clienti, i soci e i territori, attraverso la maggiore qualità dell’offerta e la sicurezza dei pagamenti. Come maggiore gruppo bancario cooperativo italiano abbiamo il compito di favorire questi cambiamenti, con un percorso che offra ai nostri clienti, attuali e futuri, servizi al passo coi tempi e con le loro esigenze”.

“Siamo lieti di entrare in una partnership di lungo periodo con la terza rete bancaria italiana. Questo investimento – commenta Maurizio Tamagnini, Amministratore Delegato di FSI – conferma il ruolo di FSI come motore della crescita digitale e investitore di riferimento nel settore fintech italiano, dove abbiamo investito circa euro 600 milioni in quattro anni. I pagamenti digitali sono al centro della trasformazione delle banche e continueranno a crescere grazie a nuovi prodotti e maggiore diffusione”.

Nell’operazione, Iccrea Banca è stata assistita da Prometeia e Legance Avvocati Associati (Team Roma). FSI è stata assistita da KPMG (Team Corporate Finance e Team Deal Advisory), Gianni & Origoni e lo Studio Biscozzi Nobili Piazza.

I benefici economico-patrimoniali per il Gruppo BCC Iccrea, una volta autorizzata e perfezionata l’operazione, si stimano in un miglioramento dei coefficienti di capitale per circa 60 punti base a livello consolidato e circa 350-375 punti base a livello individuale di Iccrea Banca.

Dal sito del Fondo Strategico Italiano, non molto ricco di informazioni invero, si apprende che FSI gestisce il fondo FSI I che, per dimensioni, si colloca fra i maggiori fondi europei di investimento di capitale di rischio concentrati su un singolo paese.

Gli impegni di capitale complessivi di FSI I sono pari a circa 1,4 miliardi di euro, distribuito tra una decina di soggetti attivi in settori diversi (Saipem, Missoni, etc.).

La compagine degli investitori del fondo è eterogenea per asset class e geograficamente diversificata, includendo Cassa depositi e prestiti, il Fondo europeo per gli investimenti, banche, assicurazioni e asset manager europei, fondazioni bancarie, casse di previdenza, family office di gruppi industriali e fondi sovrani di Medio Oriente, Estremo Oriente e Asia Centrale, alcuni dei quali hanno già operato con il team di FSI nella pregressa esperienza di Fondo Strategico Italiano.

Una partnership di lungo periodo 

Questo è quel che si conosce. Quanto all’intervento di CDP nel banking esso fa seguito a quello prima in SIA e poi in CEDACRI, peraltro con uscite avvenute in tempi brevi.

L’acquisizione di BCC Pay per una quota di maggioranza (la governance almeno per ora resta a Iccrea) sarà invece una partnership di lunga durata, perché essa possa sviluppare attività innovative nel Fintech dei pagamenti digitali, secondo una modalità diversa da quelle finora seguite. Inoltre l’operazione produce un aumento del grado di concentrazione degli investimenti del fondo, venendo a pesare da sola il 25% del totale.

Quanto alle condizioni prospettiche del banking, la fine delle garanzie pubbliche sui crediti , l’aumento dei tassi in risposta alla ripresa dell’inflazione, le condizioni meno accomodanti di BCE, le vicissitudini ancora non risolte del MPS e di Carige e altri segnali di debolezza, fanno del rafforzamento patrimoniale di molte realtà un’esigenza sempre più presente.

I pochi numeri dell’operazione 

Facevo cenno ai valori in gioco nell’operazione. Vediamoli più da vicino in rapporto alle variabili di sistema, come riportate nel Bollettino statistico di Banca d’Italia. L’avvertenza per il lettore è che i numeri sono pochi e non si fanno con gli annunci di nozze. Ciò detto, per quanto pochi sono pur sempre numeri con i loro contenuti di oggettività. Vediamoli.

Nel comunicato, il gruppo ICCREA dichiara che passerà a BccPay 4 milioni di carte di pagamento (il 4% del totale nazionale, intorno ai cento milioni di pezzi), 200.000 POS (il 2 pc del totale nazionale, pari a 3,8 milioni di macchinette) e ben 50 miliardi di transato (il 20 pc del totale, pari a 250 miliardi di euro).

Forse quest’ultimo dato, coerentemente ai primi due, è più realisticamente intorno ai 5 miliardi invece che ai 50. In attesa di conferme o correzioni, concentriamoci sui primi due dati ai quali pare corrispondere, stante la valorizzazione del compendio a 835 milioni, valori unitari per ogni carta e per ogni pos del tutto disallineati rispetto ai valori medi di mercato.

Certo, il premio di maggioranza societaria e le prospettive riposte nel progetto di espansione del business cooperativo dei pagamenti digitali portano ad allontanarsi dai valori medi. Poiché a occhio le differenze appaiono invero eclatanti, forse andrebbero fornite informazioni più di dettaglio di quelle rese note, affinché l’operazione possa essere collocata a pieno titolo tra quelle di mercato, spazzando via il dubbio di essere fatta a sostegno del gruppo Iccrea, ricorrendo a risorse del settore pubblico e quindi ai contribuenti.

Per Iccrea Banca, a capo dell’omonimo gruppo cooperativo, si tratta infatti di un’operazione in grado di produrre un incremento patrimoniale del 30% rispetto alla attuale consistenza di 1,7 miliardi di euro, dato cui la società perviene dopo consistenti e ripetute perdite d’esercizio (dal 2018 al 2020 quasi 250 milioni). D’altro canto, il comunicato stampa sottolinea l’effetto sul requisito patrimoniale di Iccrea Banca, pari a oltre 3,5 punti percentuali. Non proprio un aggiustamento da fine tuning.

Non vado avanti su questo terreno in assenza di informazioni più esaurienti. Formulo l’auspicio che le autorità impegnate nel rilascio dell’autorizzazione e i due soggetti della iniziativa ci facciano capire meglio se stia veramente nascendo un soggetto di mercato in grado di contribuire al rinnovamento dell’industria dei pagamenti in Italia o se il progetto sottenda un’altra finalità.

In uno dei mercati dei pagamenti digitali più piccoli d’Europa, di tutto vi è bisogno tranne che della distorsione dei prezzi e della eterogenesi dei fini.

 

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1 COMMENT

  1. Ho ricevuto vari commenti e ho trovato molto interessante una domanda. Purtroppo,non ho elementi che mi consentono di rispondere. Perche’ CDP ha investito in una ottica di lungo periodo in BCCPay anziche’ in Postepay che e’ l’IMEL ibrido di Poste spa preferendo a questi un concorrente ? Strani incroci come mi ha scritto su LN il sig. Roberto Macavero che ringrazio.

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