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L’uguaglianza nei libri e sui muri

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Tempo di lettura: 3’. Tempo di riflessione: sceglietelo voi.

Un libro da leggere

Il tema dell’uguaglianza socio-economica è istanza politica di tutti i governi perché genera un consenso generalizzato, salvo poi determinare feroci disaccordi sulle policy che implicano redistribuzioni di reddito o ricchezza o altre forme di riduzione del gap.

Ci sono riflessioni sul tema di economisti, filosofi, sociologi, politici, uomini di chiesa, organizzazioni non governative e chi più ne ha più ne metta.

Io mi limito a citare un bel libro uscito da pochi mesi dal titolo Una breve storia dell’uguaglianza (La nave di Teseo € 20), autore Thomas Piketty, divenuto celebre per il saggio Il capitale nel XXI^ secolo.

E’ una ricostruzione storica raccontata come una lunga marcia della società occidentale passata attraverso le fasi più acute delle sue manifestazioni di intolleranza, discriminazione di classe e concentrazione della ricchezza degli ultimi tre secoli, per conoscere periodi di allentamento delle contrapposizioni più drammatiche, attraverso le politiche redistributive (salariali, sociali e assistenziali) del XX^ secolo.

Negli ultimi trent’anni questa tendenza ha subito rallentamenti, causa sovranismi e non risolte questioni legate alla integrazione sociale o politiche demagogiche, per il cui contrasto l’autore indica una serie di azioni redistributive, prime tra tutte quelle di ordine fiscale applicate tanto ai redditi più elevati quanto ai grandi patrimoni. E’ un segnale di consapevolezza circa la rilevanza dei problemi ancora da risolvere, ma anche di ragionato ottimismo quello che il saggio di Piketty trasmette al lettore.

Leggere l’uguaglianza sui muri

A queste poche riflessioni voglio aggiungere che il tema della disuguaglianza può essere letto non solo sui libri, ma anche nelle rappresentazioni della Street art. Sono convinto che questo mezzo di comunicazione possa avere un forte impatto, imprimendo nella mente messaggi sui quali riflettere, correggendo la nostra attitudine alla superficialità.

E’ facile ritrovarvi associazioni di pensiero, che incorporano messaggi magari un po’ naïf, ma pur sempre efficaci nella loro immediatezza.

Ho trovato murali, di stile raffinato, echeggianti toni da intellettuale, con evocazione degli eccessi della finanza, tramite il richiamo al Denaro-Sole, intorno al quale copernicanamente ruoterebbe l’Universo o altri messaggi dal tono surreale.

Ma anche rappresentazioni che ricordano un socialismo umanitario vecchia maniera, dai toni ingenui (con asini che volano, rassegnato sventolare di bandiere rosse, arlecchini imbonitori) per sostenere istanze sociali mai completamente soddisfatte come quella della casa per i ceti più deboli.

Anche l’inflazione o altri mostri che divorano il vivere civile sono fenomeni che producono disuguaglianze e distorsioni sociali, fino a privarci degli occhi per piangere, come racconta l’altra immagine che ho selezionato subito dopo questa.

Il volto spettrale disegnato sulla serranda tristemente chiusa di un esercizio commerciale rinvia a un famoso dipinto del futurista Giacomo Balla dal titolo Fallimento, e ci riporta agli effetti della crisi economica sulle disuguaglianze.

Ecco qui il link per gli opportuni confronti.

Ci sono anche immagini più positive che, come questa, auspicano parità tra cittadini di etnie diverse, perché l’inclusione divenga fenomeno praticato e non solamente predicato, soltanto perché è politicamente corretto.

Insomma la strada dei murales offre tanti messaggi per riflettere sugli squilibri determinatisi prima con la lunga recessione, quindi con la pandemia, raggiungendo livelli sempre meno tollerabili per una società civile.

Trovare il filo che lega le singole situazioni a un tema comune rappresenta un modo che può rafforzare la consapevolezza circa la realtà del nostro vivere.

Oggi saranno purtroppo fonte di nuove rappresentazioni la guerra e le sue aberrazioni, con ogni pietà che è morta per suggellare la peggiore delle iniquità.

Questa testimonianza non ha la pretesa di concorrere con gli studi socio-economici più approfonditi, ma solo l’intenzione di creare una concatenazione di immagini, come la trama di un racconto che si legge camminando, volendo credere che il progresso umano sia una tendenza che, pur con inciampi anche dolorosi, sia destinata a continuare.

Ringrazio il mio amico Salvatore per le sue foto parlanti che qui ho usato e faccio mio il suo beneaugurante slogan.

Buona luce a tutti!

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