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Il modello ispettivo BCE. Ci garantisce?

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FRANCOFORTE Sede della BCE

Tempo di lettura tre minuti.

E’ uscito in questi giorni un breve opuscolo della BCE su come si fanno le ispezioni alle banche.

E’ il cuore dell’attivita’ di supervisione. Per chi vi ha lavorato per anni e’ una benvenuta espressione di trasparenza. Non sono soltanto le banche a dover spiegare alla Vigilanza come operano, ma e’ il controllore a spiegare a tutti noi che cosa fa. È una novita’ non da poco.

Perché hanno deciso di pubblicarlo? Come risparmiatori possiamo stare più tranquilli con i nostri risparmi? Ci sentiamo rassicurati dai controlli sulle banche che le Autorità europee, insieme a quelle nazionali, ci assicurano di svolgere con metodo?

Vediamo un po’ da vicino come stanno le cose.

La BCE ha avvertito la necessita’ di presentare in poche pagine come si svolge l’attivita’ ispettiva. Vi sono enunciati importanti principi di carattere generale: per esempio la verifica dei rischi, la proporzionalita’ degli adempimenti rispetto alle dimensioni degli intermediari vigilati. L’opuscolo indica poi 8 step predefiniti che governano la procedura: dalla lettera ispettiva che avvia il procedimento fino al follow up finale che lo conclude. Dalla lettura di queste pagine traspare l’obiettivo sostanziale di ancorare a regole certe un’attivita’ tanto delicata. E ciò per evitare per quanto possibile discrezionalita’ e non unitarieta’ di giudizi. Cosa che finirebbe per incidere sul grado di concorrenza dei mercati. Traspare anche l’idea che per la complessita’ della banca, la BCE, in caso di dubbi, possa chiedere buffer di capitale supplementare.

Siamo tranquilli come risparmiatori? Viene da rispondere sì e no. O almeno si tratta di condizione necessaria, ma non sufficiente. Certo non dovremmo più assistere a un filotto negativo dei nostri default bancari (7 banche fallite su 7 trattate dalla Vigilanza italiana, come ha stabilito la Commissione parlamentare di inchiesta dello scorso anno), salvo poi provare a convincere che il salvataggio e’ costato poche noccioline. Sono sempre aperte le cause giudiziarie di risarcimento e vengono ancora stanziati nel bilancio statale fondi per il ristoro dei risparmiatori colpiti. Tuttavia non possiamo escludere che in futuro una banca fallisca o si trovi in difficolta’ anche nell’Unione Bancaria.  Comunque dobbiamo aspettare perche’ la vigilanza europea, che ha iniziato ad operare a partire dal 2014, va giudicata nel tempo. Dunque, wait and see.

E nel frattempo? Il risparmiatore minuto dovrebbe evitare di investire in titoli bancari, quali obbligazioni ed azioni. Lasciamoli agli investitori istituzionali. Questi strumenti sono i primi ad essere aggrediti un caso di Bail in (cioè di salvataggio con mezzi interni), per ripianare le perdite o comunque risentono in negativo di situazioni di difficoltà della banca. Da tempo la teoria economica ha sondato la natura peculiare dellle banche. Esse sono costituzionalmente fragili in quanto esposte, oltre ai rischi del business, a quelli di conflitto di interesse e di pratiche illegittime.

E’ di questi giorni la notizia della banca sistemica olandese ING, incappata in una serie di operazioni di riciclaggio. Le vicende sono state raccontate in modo davvero interessante dai nostri amici della piattaforma Risk and Compliance Italia. I fatti si snodano su un periodo di diversi anni con implicazioni penali e sanzionatorie di un certo rilievo. Non è ovviamente un caso di contagio sistemico, ma le conseguenze non sono marginali per chi, per esempio, ha comprato azioni della ING. La perdita di valore dei titoli è stata elevata, risentendo della sfiducia che si è riversata sulla banca dopo che sono stati resi noti i fatti fraudolenti.

Il contagio, tuttavia, considerati i precedenti di crisi bancarie improvvise, è sempre possibile. Faremo bene a ricordarcene. Non possiamo escludere infatti che anche in altri paesi, vi siano banche permeabili a fenomeni corruttivi e di riciclaggio di denaro. Anche se le Autorità provano a tranquillizzarci in senso contrario, applicando sanzioni miliardarie come deterrente.

In conclusione, la guida ispettiva della BCE ci rassicura che esistono strutture di controllo pervasive e di grande professionalità. Allo stesso tempo, i numerosi casi di dissesti bancari e l’imponderabilità di situazioni come quella di ING dovrebbero farci capire che il coacervo di rischi di ogni tipo all’interno di una banca richiede la massima attenzione da parte dei risparmiatori. I quali si augurano ovviamente che a Francoforte o a Roma i controllori abbiano sempre successo.

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1 COMMENT

  1. Di certo l’innovazione volta ad assicurare una sempre maggiore cognizione sugli aspetti operativi e una piena trasparenza delle regole costituisce un punto di certezza ed uniformità negli accertamenti ispettivi.
    Al riguardo possono anche tornare utili delle considerazioni riportate nell’articolo “l’abito non fa il monaco” (https://laquartadimensionescritti.blogspot.com/2018/10/labito-non-fa-il-monaco.html) che in qualche modo evidenziano peculiarità del nostro passato.

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