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Ciao, Luca

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Luca Alinari - Senza Titolo (1999)

Il maestro, l’amico Luca Alinari, il grande pittore fiorentino, non c’è più. Ci ha lasciato ieri, per la svolta improvvisa presa dalla malattia. Siamo increduli e profondamente addolorati.

Non siamo ne’ storici ne’ critici d’arte. Ne’ tantomeno artisti, pittori. Quindi diremo della figura umana, elegante, fantasiosa, generosa, coinvolgente di Luca.

Diremo delle emozioni che suscitavano in noi le sue parole quando ascoltavamo le sue affabulazioni d’artista, proiettate nelle conversazioni in cui da pittore parlava di pittori.

Era un viaggio sempre nuovo, una scoperta sempre originale, dove la sensibilità interpretativa creava prospettive, che, anche al profano, aprivano chiavi di lettura affascinanti e coinvolgenti.

Sono queste narrazioni filmate gioielli di storia della pittura, spiegazioni di tecnica, interpretazioni di storia sociale, di contaminazioni culturali, di influenze artistiche. Quelle di Luca Alinari sono manifestazioni d’amore verso la sua arte.

L’illustrazione dell’ Alzaia dell’amatissimo Telemaco Signorini, dei pittori futuristi tra i quali prediligeva Gino Severini, del pittore/incisore giapponese Hiroshige per l’influenza esercitata sui canoni della pittura occidentale sono quelle che aveva scelto da ultimo per Economia&FinanzaVerde. Le abbiamo pubblicate negli scorsi mesi nella categoria Art Gallery, già ricca di tanti altri suoi contributi.

Abbiamo scelto di onorarlo con questo suo lampo sulla pittura metafisica di Filippo De Pisis registrato poche settimane fa.

Luca Alinari, Stelle del Circo perduto (1970)

Vorremmo che la scelta di Luca di mettersi in gioco, raccontando la pittura degli altri, non andasse disperso su qualche social, ma potesse costituire una raccolta originale della storia dell’arte pittorica moderna.

Ci auguriamo che qualcuno raccolga questa proposta editoriale.

Quanto alla sua pittura, raffinata, accuratissima e senza dubbio non facile, ricordiamo la tanta luce che illumina i suoi quadri, con le piccole stelle che ci dicono che la vita è sogno. Un sogno morbido e avvolgente che attenua la mappa ruvida dell’esistenza.

Nelle sue immagini non c’e’ prospettiva. Esse sono come sospese su un mondo sospeso. Creano armonie di riposo e di dolcezza dove perdersi e dimenticare. Non c’e’ tensione. È tutto molto intimo, di grande sensibilità, anche nei paesaggi, densi di tanti elementi fantastici e pure reali. Malinconia e desiderio di un attimo o di un giorno ci fanno godere di quella irenica serenità, necessaria a riscaldarci il cuore.

Ciao e grazie, Luca!

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