Home Imprese&Lavoro Un anno dopo per il Sud

Un anno dopo per il Sud

917
2

Encomiabile mi pare l’iniziativa del Ministro Mara Carfagna sul bilancio della sua attività.

Il 13 febbraio 2021 i ministri del governo Draghi prestavano giuramento. Dodici mesi dopo, è possibile tracciare un primo bilancio dell’attività di Mara Carfagna come ministro per il Sud e la Coesione territoriale.

E’ un eBook che chiunque può scaricare per rendersi conto di quel che si farà nelle aree meridionali. Più difficile capire quel che è stato già fatto, ma il paese non si può cambiare da un giorno all’altro.

Avrei aggiunto qualche tabella esplicativa dei valori monetari in gioco e un cronoprogramma degli interventi. Una possibile critica è che manca il contesto sociale ed economico in cui collocare i vari progetti elaborati in questo primo anno di attività del Ministro. In tal senso non è improbabile che l’agenda per il Sud possa tradursi in un’ampia serie di interventi a pioggia che saranno di facile accaparramento da parte dei gruppi locali e non, di politici ed affaristi.

Anche l’eterogeneità della natura dei finanziamenti (europei e nazionali) e le competenze riservate a diversi dicasteri rendono la lettura e la comprensione non facile.

Ad esempio, poche righe sono riservate al Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), che è, insieme ai Fondi strutturali europei, lo  strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali in attuazione dell’articolo 119, comma 5, della Costituzione e dell’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

Esso rappresenta quindi il principale strumento finanziario e programmatico nazionale per le politiche di riequilibrio dei divari territoriali. A tal fine è normativamente previsto che le risorse FSC devono essere destinate per l’80% alle aree del Mezzogiorno e il 20% a quelle del Centro-Nord.

Credo che avere una contabilità unica e una visione d’insieme delle innumerevoli destinazioni della spesa pubblica sia quasi impossibile.  Meglio sarebbe analizzare singolarmente i progetti più rilevanti per il Sud (asili nido, alta velocità, ferrovie regionali) per aumentare la consapevolezza dei cittadini su come sono utilizzate le risorse dei contribuenti.

La strada dunque è ancora lunga per capire, partecipare ed approfondire come saranno gestiti i fondi europei e non. Ma si tratta di un inizio che va incoraggiato. La speranza è che questo primo passo non generi un diluvio di libricini del genere ma aiuti il governo a comunicare meglio e non in modo autoreferenziale.

In definitiva, non tutto è da buttare nel nostro paese anche se non tutto è da elogiare a fondo perduto come è stato fatto finora con il governo degli ottimati. Buona lettura.

Previous articleTributo al pittore Luca Alinari
Next articlePer una nuova editoria: goWare sbarca all’Impact Hub e si trasforma

2 COMMENTS

  1. Per rilanciare l’economia italiana deve esserci un’idea di integrazione del Mezzogiorno e quindi, ricordare come andò a finire (post-sisma) esattamente 40 fa e fu il terremoto più costoso della storia, può aiutare a non commettere gli stessi errori.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here